Il giovane agente dell'FBI Johnny Utah (Keanu Reeves), affiancato dal più esperto Angelo Pappas (Gary Busey), è chiamato a indagare su un gruppo di violenti rapinatori che si nascondono dietro le maschere di ex presidenti americani. Le indagini lo portano a infiltrarsi nella comunità di surfisti guidata dal carismatico Bodhi (Patrick Swayze).
Cult imprescindibile degli anni Novanta, rivela tutte le qualità della quarantenne Kathryn Bigelow, all'epoca moglie di James Cameron che qui opera in veste di produttore esecutivo. Con un notevole talento visivo e la capacità di costruire un ritmo serrato, l'autrice riesce a lasciare un segno indelebile nel genere action – caso rarissimo per una regista donna nel cinema americano – plasmando le logiche del poliziesco a una storia di sfida quasi ancestrale tra due uomini, tra ordine e caos, tra uomo e natura. Adrenalina a fiumi, inseguimenti forsennati, riprese vertiginose, suggestive sequenze di surf e paracadutismo: il vero cuore del film è però il fascino dei suoi personaggi, la dicotomia tra Johnny e Bodhi, la sfrontata epica borderline che domina fino al finale indimenticabile. L'ottimo Swayze ruba la scena a Reeves, mentre la presenza di Busey è un omaggio al classico sul surf per eccellenza, quel Un mercoledì da leoni (John Milius, 1978) di cui era uno dei protagonisti. In un piccolo ruolo, appare il cantante dei Red Hot Chili Peppers Anthony Kiedis.