Polar Express
The Polar Express
2004
Paese
Usa
Generi
Animazione, Avventura
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Robert Zemeckis
Attori
Tom Hanks
Daryl Sabara
Basata sull'omonimo libro illustrato di Chris Van Allsburg del 1985, una classica fiaba di Natale con protagonista un bambino che, troppo grande per credere a Santa Claus, la notte della vigilia viene raggiunto da un treno magico con il quale inizierà un viaggio meraviglioso.
Polar Express è il primo dei tre film che Robert Zemeckis ha realizzato in performance capture (a completare la “trilogia” La leggenda di Beowulf e A Christmas Carol, rispettivamente del 2007 e del 2009) e avrebbe dovuto segnare la svolta digitale del regista: i risultati però non sono stati del tutto all'altezza delle aspettative, almeno dal punto di vista qualitativo (dato che il pubblico ha comunque risposto più che positivamente). La narrazione si segue volentieri, ma le falle sono molteplici, a partire da una tecnica (all'epoca ancora in fase rudimentale e ricca di imperfezioni) che fa una dannata fatica a non sembrare abbozzata. Un'unica sequenza è davvero degna di nota e da tatuare nella memoria: un biglietto dorato fluttuante tra la neve e le foreste, che richiama alla mente la piuma di Forrest Gump (1993). In questo caso neanche Tom Hanks, interprete di ben sei ruoli, riesce nell'impresa di salvare un film che, seppur sia scorrevole dall'inizio alla fine, appare eccessivamente scontato e vittima di un impianto estetico che, come già sottolineato, finisce per risultare poco credibile e incapace di stupire e meravigliare come vorrebbe.
Polar Express è il primo dei tre film che Robert Zemeckis ha realizzato in performance capture (a completare la “trilogia” La leggenda di Beowulf e A Christmas Carol, rispettivamente del 2007 e del 2009) e avrebbe dovuto segnare la svolta digitale del regista: i risultati però non sono stati del tutto all'altezza delle aspettative, almeno dal punto di vista qualitativo (dato che il pubblico ha comunque risposto più che positivamente). La narrazione si segue volentieri, ma le falle sono molteplici, a partire da una tecnica (all'epoca ancora in fase rudimentale e ricca di imperfezioni) che fa una dannata fatica a non sembrare abbozzata. Un'unica sequenza è davvero degna di nota e da tatuare nella memoria: un biglietto dorato fluttuante tra la neve e le foreste, che richiama alla mente la piuma di Forrest Gump (1993). In questo caso neanche Tom Hanks, interprete di ben sei ruoli, riesce nell'impresa di salvare un film che, seppur sia scorrevole dall'inizio alla fine, appare eccessivamente scontato e vittima di un impianto estetico che, come già sottolineato, finisce per risultare poco credibile e incapace di stupire e meravigliare come vorrebbe.
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9 novembre
IRIS
21:15