La bellissima e procace Gianna Amicucci (Edwige Fenech) si arruola nella polizia riuscendo a mettere in mostra, oltre alle proprie grazie, anche le sue capacità professionali in un ambiente di lavoro segnato dal pregiudizio nei confronti del gentil sesso.

Cavalcando il successo popolare ottenuto da Steno con La poliziotta (1975), Michele Massimo Tarantini, senza porsi troppi problemi di plagio nello sfruttare i medesimi personaggi, ha sovrapposto la commedy sexy made in Italy ad una sterile denuncia della condizione di inferiorità della "donna oggetto" nella cultura maschilista degli anni '70, pronta però a farsi valere sul campo. Non avendo a disposizione il carisma di Mariangela Melato, il risultato è una commediaccia che punta tutte le sue carte sui fugaci nudi (parziali) della Fenech, ben poco sensuale quando parla e sfodera una improbabile cadenza ciociara, e sulle grevi incursioni comiche di Alvaro Vitali che strizzano l'occhio al cartoon. Nel cast di supporto figurano (quasi) tutti i padri putativi di un filone cinematografico in questi anni all'apice del suo fulgore. Pimpante colonna sonora dei Pulsar e divertenti titoli di testa animati.