Il posto
1961
Paese
Italia
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
93 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Ermanno Olmi
Attori
Sandro Panseri
Loredana Detto
Tullio Kezich
Domenico Cantoni (Sandro Panseri) parte da Meda per partecipare a un concorso pubblico a Milano, con la speranza di trovare un'occupazione. Durante le selezioni, conosce Magalì (Loredana Detto), che in realtà si chiama Antonietta e ambisce anche lei a una delle posizioni. Tra loro nasce un'amicizia e, forse, qualcosa di più. Sarà assunto temporaneamente come fattorino e, dopo la scomparsa di uno degli impiegati, potrà finalmente sedersi al tanto agognato “posto fisso”.
Bonariamente sarcastico verso l'Italia del boom, autenticamente partecipe delle vicende formative dei ragazzi e pervaso da una toccante “poesia” degli oggetti, Il posto è un gioiello che occupa una posizione di rilievo nel panorama cinematografico italiano dell'epoca e nell'intera carriera di Olmi. Pur essendo soltanto alla seconda prova sul grande schermo, il regista bergamasco supera le regole del neorealismo e trova una vena dolce, malinconica, eppure pervasa di ottimismo con cui raccontare una vicenda come tante che, proprio nella sua normalità, trova un valore speciale. Regia rigorosissima che conserva un personalissimo tratto distintivo nell'attenzione ai particolari e alle reazioni umane. Esemplare nel mostrare, con sguardo acuto e mai moralistico, uno spaccato sociale che esemplifica le disparità e le contraddizioni (secondo la contrapposizione città/provincia) di un'Italia in preda a un profondo cambiamento. La passeggiata di Domenico e Magalì tra i cantieri di una alienante Milano e la sequenza del Capodanno valgono l'intero film, ma il corollario di tic, luoghi comuni, frasi fatte, rituali laici è davvero indimenticabile e, nella scena finale con lo scambio di scrivanie, riassume tanto la denuncia quanto la rassegnazione di fronte a un sistema già in grado di trasformare l'individuo in (in)utile ingranaggio. Premio Pasinetti e Premio OCIC (Organizzazione Cattolica Internazionale del Cinema) alla Mostra del Cinema di Venezia.
Bonariamente sarcastico verso l'Italia del boom, autenticamente partecipe delle vicende formative dei ragazzi e pervaso da una toccante “poesia” degli oggetti, Il posto è un gioiello che occupa una posizione di rilievo nel panorama cinematografico italiano dell'epoca e nell'intera carriera di Olmi. Pur essendo soltanto alla seconda prova sul grande schermo, il regista bergamasco supera le regole del neorealismo e trova una vena dolce, malinconica, eppure pervasa di ottimismo con cui raccontare una vicenda come tante che, proprio nella sua normalità, trova un valore speciale. Regia rigorosissima che conserva un personalissimo tratto distintivo nell'attenzione ai particolari e alle reazioni umane. Esemplare nel mostrare, con sguardo acuto e mai moralistico, uno spaccato sociale che esemplifica le disparità e le contraddizioni (secondo la contrapposizione città/provincia) di un'Italia in preda a un profondo cambiamento. La passeggiata di Domenico e Magalì tra i cantieri di una alienante Milano e la sequenza del Capodanno valgono l'intero film, ma il corollario di tic, luoghi comuni, frasi fatte, rituali laici è davvero indimenticabile e, nella scena finale con lo scambio di scrivanie, riassume tanto la denuncia quanto la rassegnazione di fronte a un sistema già in grado di trasformare l'individuo in (in)utile ingranaggio. Premio Pasinetti e Premio OCIC (Organizzazione Cattolica Internazionale del Cinema) alla Mostra del Cinema di Venezia.
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