Il diplomatico americano Robert Thorn (Gregory Peck), di stanza a Roma, viene informato del fatto che la moglie ha partorito un bambino morto. Senza svelarle nulla, decide di adottare immediatamente un orfano che cresce come fosse suo figlio legittimo. Alcuni anni dopo, trasferitisi a Londra, i Thorn cominciano a essere circondati da strani decessi e il piccolo Damien (Harvey Stephens) si comporta in modo sempre più inquietante.
Tratto dal romanzo omonimo scritto da David Seltzer, Il presagio rielabora i miti dell'Apocalisse biblica e dell'Anticristo, immergendoli in un'atmosfera cupa e malata, anche grazie al supporto di una colonna sonora (premiata con l'Oscar) stridente e inquietante. Sebbene non si dimostri particolarmente originale nelle scelte narrative, si rivela riuscita la messa in scena claustrofobica e barocca, che nella rappresentazione del male guarda a riferimenti alti come L'esorcista (1973) e nella metafora sulla famiglia perbene che occulta l'indicibile a Rosemary's Baby (1968). Con il suo sguardo penetrante il piccolo Damien, dietro i panni eleganti di rampollo di buona famiglia, nasconde un'allure demoniaca che, nonostante una generale piattezza di toni, si rivela comunque disturbante e alcune sequenze (il suicidio della governante in primis) sono destinate a rimanere impresse. Peccato che altrettanti siano i momenti di stanca e i passaggi troppo ridondanti. Nel cast un intenso Gregory Peck nei panni dell'ambasciatore Robert Thorn. Con un malriuscito remake del 2006, The Omen – Il presagio, diretto da John Moore.
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