Il prezzo dell'inganno
Deception
1946
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale, Noir
Durata
115 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Irving Rapper
Attori
Bette Davis
Paul Henreid
Claude Rains
John Abbott
Benson Fong
L'insegnante di piano Christine (Bette Davis) incontra dopo anni il violoncellista Karel (Paul Henreid), ex fiamma che credeva morta durante la Seconda guerra mondiale. Si unisce a lui impulsivamente, come se il ricongiungimento fosse l'unico suo motivo di vita, lo sposa, lo ama. Ma ben presto, a sconvolgere il delicato equilibrio della coppia, arriva l'eccentrico compositore Hollenius (Claude Rains), che sostiene la carriera di Karel e allo stesso tempo trama al fianco di Christine... Basato sulla pièce Monsieur Lamberthier di Louis Verneuil, un modello archetipico di melodramma psicologico che trae forza dalla sua origine teatrale per fare degli spazi (quasi totalmente in interni) entro cui si muovono i personaggi un sontuoso ed elegantissimo palcoscenico accompagnato dalla musica classica. L'irrealistico ménage à trois è lo scheletro di una vicenda dalle tinte noir (strepitosa l'apertura quasi onirica, con Christine che emerge dall'oscurità e si precipita dall'amato) che rielabora con cervellotica perizia un canovaccio assolutamente ordinario, che segue abbastanza alla lettera gli stilemi del genere. Quello che conta è la straordinaria forza plastica della messa in scena, totalmente al servizio degli attori: lo sviluppo narrativo vive di mirabili accensioni cesellate da Rapper con la maestria propria dei grandi (il montaggio nelle riprese dei due concerti di Karel, la sequenza dell'esecuzione dell'Appassionata di Beethoven, il sottofinale tragico), la macchina da presa mobilissima avvolge gli attori alternando sinuose carrellate a primi piani di grande suggestione. Inganni e menzogne serviti con raffinatezza, senza preoccuparsi della dubbia moralità di ogni singolo personaggio. Impeccabile come sempre Bette Davis, ma Claude Rains merita una menzione speciale. Impressionante per profondità di campo la fotografia di Ernest Haller.
Maximal Interjector
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