Storia del campione di baseball Jim Piersall (Anthony Perkins), spronato dal padre (Karl Malden) a spingere oltre i suoi limiti e vittima di un grave esaurimento nervoso. Tratto dalla biografia Fear Strikes Out: The Jim Piersall Story di Al Hirshberg, Prigioniero della paura è una vicenda dai profondissimi risvolti psicanalitici, che delinea un rapporto spinosissimo e quasi masochistico tra un figlio fragile e un padre-padrone convinto che la carriera valga tutto, persino più della sanità mentale del suo stesso figlio. Indagando quell'inquietante relazione di possesso e controllo che spesso si instaura tra genitori e figli, Mulligan, al suo esordio, costruisce un ritratto toccante e veritiero, grazie soprattutto alle azzeccatissime performance del tormentato Anthony Perkins e del severissimo Karl Malden. La regia, però, rimane piuttosto impersonale e distaccata, forse perché l'autore de Il buio oltre la siepe (1962) deve ancora maturare la sua cifra stilistica, e le scene ambientate sul campo da gioco sembrano quasi accessorie rispetto agli psicodrammi dei protagonisti. Nel complesso, Mulligan si rivela fin dal principio un ottimo studioso di caratteri, e un ritrattista di personaggi credibili e tridimensionali, mentre per i guizzi registici si dovrà attendere ancora qualche tempo.