I primitivi
Early Man
2018
Paesi
Gran Bretagna, Francia
Genere
Animazione
Durata
89 min.
Formato
Colore
Regista
Nick Park
All’alba dei tempi, il primitivo Dug e la sua adorabile e bizzarra tribù vengono sconvolti dal passaggio dall’Età della Pietra alla temibile e potente Età del Bronzo, che scombussola la loro quotidianità. Una transizione che si traduce anche nella conoscenza, per Dag e i suoi amici, di un gioco da loro mai sentito nominare prima: il calcio. Proprio da una sfida sul campo da gioco dipenderà il loro destino e la salvaguardia della terra alla quale sono legati: Dug, Grullo, Gordo, Barbo e tutti gli altri dovranno così imparare a destreggiarsi con la palla tra i piedi il prima possibile…
Leggermente al ribasso rispetto ai consueti, elevatissimi standard della Aardman Animations, I primitivi, diretto dal regista di punta della casa d’animazione britannica Nick Park, è comunque una piacevole e spassosa incursione nella preistoria da parte degli autori di Galline in fuga (2000) e Wallace & Gromit: un mondo ingenuo e lontanissimo nel tempo, che si traduce in una preziosa occasione, per le menti ironiche e affilate degli autori Aardman, di mettere in campo – è proprio il caso di dirlo – una quantità come sempre notevole di situazioni naif e lampi comici spiccatamente inglesi (la caccia al coniglio), lontanissimi dal conformismo di tanti prodotti analoghi. Anche in questo caso le trovate al fulmicotone non mancano, fin dal prologo e dal susseguirsi immediatamente successivo di invenzioni legate all’immaginazione dell’uomo primordiale e ai suoi utensili, ma col passare dei minuti la vicenda si assesta su binari più tradizionali del solito, anche a causa di una sceneggiatura poco armonica nel gestire la presenza invasiva del gioco del calcio, che cannibalizza ben presto il discorso preistorico e si fa centrale. Sebbene ci troviamo ancora una volta al cospetto di un’animazione di straordinaria qualità visiva e altrettanto trascinante umorismo, con gag pungenti e sarcastiche, scorrette ed esilaranti, l’insieme dell’opera, ancora una volta in clay-animation, lascia pensare a un tentativo di avvicinarsi troppo precipitosamente alle esigenze dei più piccoli, tenendo in stand-by le vette che non è esagerato definire “sperimentali” del passato della Aardman. Notevole dal punto di vista grafico l’ambientazione primitiva (campi da calcio atavici, vulcani ribollenti, geyser attivissimi, rocce e canyon) e memorabile il cattivo Lord Nooth, doppiato in italiano in maniera sorprendente dalla star della serie Gomorra Salvatore Esposito. Il protagonista Dag, buffo temerario, è Eddie Redmayne nell’originale inglese, mentre in italiano ha la voce di Riccardo Scamarcio. Il cinghiale Grugno può legittimamente ricordare qualcosa di Gromit. Il film è la più grossa produzione Aardman nei suoi oltre 40 anni di storia, con un lavoro di sceneggiatura durato circa tre anni.
Leggermente al ribasso rispetto ai consueti, elevatissimi standard della Aardman Animations, I primitivi, diretto dal regista di punta della casa d’animazione britannica Nick Park, è comunque una piacevole e spassosa incursione nella preistoria da parte degli autori di Galline in fuga (2000) e Wallace & Gromit: un mondo ingenuo e lontanissimo nel tempo, che si traduce in una preziosa occasione, per le menti ironiche e affilate degli autori Aardman, di mettere in campo – è proprio il caso di dirlo – una quantità come sempre notevole di situazioni naif e lampi comici spiccatamente inglesi (la caccia al coniglio), lontanissimi dal conformismo di tanti prodotti analoghi. Anche in questo caso le trovate al fulmicotone non mancano, fin dal prologo e dal susseguirsi immediatamente successivo di invenzioni legate all’immaginazione dell’uomo primordiale e ai suoi utensili, ma col passare dei minuti la vicenda si assesta su binari più tradizionali del solito, anche a causa di una sceneggiatura poco armonica nel gestire la presenza invasiva del gioco del calcio, che cannibalizza ben presto il discorso preistorico e si fa centrale. Sebbene ci troviamo ancora una volta al cospetto di un’animazione di straordinaria qualità visiva e altrettanto trascinante umorismo, con gag pungenti e sarcastiche, scorrette ed esilaranti, l’insieme dell’opera, ancora una volta in clay-animation, lascia pensare a un tentativo di avvicinarsi troppo precipitosamente alle esigenze dei più piccoli, tenendo in stand-by le vette che non è esagerato definire “sperimentali” del passato della Aardman. Notevole dal punto di vista grafico l’ambientazione primitiva (campi da calcio atavici, vulcani ribollenti, geyser attivissimi, rocce e canyon) e memorabile il cattivo Lord Nooth, doppiato in italiano in maniera sorprendente dalla star della serie Gomorra Salvatore Esposito. Il protagonista Dag, buffo temerario, è Eddie Redmayne nell’originale inglese, mentre in italiano ha la voce di Riccardo Scamarcio. Il cinghiale Grugno può legittimamente ricordare qualcosa di Gromit. Il film è la più grossa produzione Aardman nei suoi oltre 40 anni di storia, con un lavoro di sceneggiatura durato circa tre anni.
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