Leopoldo (Leonardo Pieraccioni), nella camera mortuaria del padre Pierino (Giorgio Picchianti), scopre che il genitore si sta fingendo defunto per fuggire dai debitori. Prima di scappare, l'uomo lascia al protagonista una videocassetta in cui gli rivela l'esistenza di Melchiorre (Massimo Ceccherini), suo fratello ora in prigione.
Un soggetto potenzialmente divertente è subito gettato al vento da uno sviluppo narrativo elementare e prevedibile, in cui Leonardo Pieraccioni è incastrato ancora una volta nello stereotipo più bieco, mentre Massimo Ceccherini si conferma nel ruolo della banale e sboccata spalla. C'è pochissimo da salvare in una pellicola scialba e senza ritmo, incapace di divertire e intrattenere. Non basta nemmeno la citazione di The Blues Brothers (1980), con tanto di “carrambata” finale per salvare un film destinato al disastro dopo poche sequenze.