1853. Sissi (Romy Schneider), principessa di Baviera, è al seguito della madre (Magda Schneider) e della sorella Nené (Uta Franz): sono dirette a Bad Ischl, alla corte dell'imperatore Francesco Giuseppe (Karlheinz Böhm), che in occasione dei festeggiamenti per il suo genetliaco annuncerà il fidanzamento con la stessa Nené. Il giovane, però, si innamora della poco raffinata Sissi, portandola all'altare. 

Ernst Marischka dirige una scintillante Romy Schneider nel primo di tre film (tutti di culto presso una certa fascia di pubblico europeo) dedicati all'imperatrice d'Austria Elisabetta di Baviera, moglie di Francesco Giuseppe e assassinata nel 1898 da un anarchico italiano. La principessa Sissi è un gradevole quadrettone di buoni sentimenti che ha poco rispetto per la ricostruzione storica, ma che è in grado di arruffianarsi il pubblico alla perfezione: ci sono l'amore, l'avventura, le belle ambientazioni e un'efficace colonna sonora. Il mélo storico si ferma a una semplice illustrazione, ma non è difficile capire perché abbia fatto sognare intere generazioni di spettatori: pur nella sua effettiva modestia, è un titolo che ancora oggi coinvolge e intenerisce. Fu uno strepitoso successo di pubblico. Seguito da Sissi – La giovane imperatrice (1956) e Destino di una imperatrice (1957), con Marischka sempre in cabina di regia e il medesimo cast.