Nella vecchia Hong Kong, ancora controllata dagli inglesi, i pirati infestano le acque e seminano il panico. Ogni tentativo della Guardia Costiera di eliminare la minaccia sembra però non andare a buon fine... Jackie Chan, alla soglia dei trent'anni, giunge al quarto film da regista (coadiuvato per l'occasione da Sammo Hung, non accreditato), con cui, forte dell'acclamazione popolare per il precedente I due cugini (1982), alza la posta e dimostra una maggiore padronanza del mezzo rispetto al passato. I difetti dell'operazione appaiono tuttavia evidenti: dalla scarsa caratterizzazione dei personaggi a una coerenza generale dell'opera compromessa dalla netta tripartizione della stessa, le lacune si rivelano molteplici. Esse però sono ampiamente bilanciate dalla serie, irresistibile e (sorprendentemente) variegata, di gag e combattimenti offerta, che vede i tre protagonisti assoluti mattatori. Il trio di talenti provenienti dalla China Drama Academy di Yu Jim-yuen si dimostra infatti ben assortito, affiatatissimo e al meglio della forma. Tra le sequenze davvero riuscite, impossibile non citare quella rischiosissima in cui il giovane sergente rimane aggrappato alle lancette dell'orologio della torre, omaggiando esplicitamente la citatissima scena di Preferisco l'ascensore (1923) con Harold Lloyd, prima dei ben più celebri rimandi di Zemeckis in Ritorno al futuro (1985) e di Scorsese nel suo Hugo Cabret (2011). Grandissimo successo di pubblico in patria. Esiste inoltre un sequel, Project A II – Operazione pirati 2 (1987), sempre diretto da Chan.