Nonostante sia mal tollerato dai superiori, il duro ma efficace ispettore Callaghan (Clint Eastwood) riesce a farsi assegnare all'indagine su un serie di omicidi: tutte le vittime sono noti malviventi e a ucciderli è un misterioso poliziotto della stradale. Ma dietro a questa strana ondata di delitti c'è un oscuro gruppo di insospettabili, decisi a fare “pulizia” a modo loro.
Dopo Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971), questo è il secondo film dedicato alle indagini di “Harry la carogna”, prototipo imprescindibile del poliziotto macho e granitico, la cui regia passa dal grande Don Siegel a un onesto artigiano come Ted Post, (attivissimo come regista televisivo e autore di un altro sequel, L'altra faccia del pianeta delle scimmie, 1970). Il cambio di testimone si sente, perché qui manca la freschezza, la prodigiosità tecnica e la tensione che hanno imposto il primo film come un classico di culto. Ma c'è spazio per approfondire psicologicamente il personaggio di Callaghan, regalargli per la prima volta una parentesi amorosa e metterlo di fronte non più al Male assoluto (lo Scorpio del primo film), ma al suo stesso rapporto con la legge e la morale. Dirty Harry odia il sistema ma ribadisce la necessità di restare entro i confini della legalità, contro il pericoloso giustizialismo passatista dei vigilantes; altrimenti, come scriverà anni dopo il fumettista Alan Moore in Watchmen, «chi controlla i controllori?». C'è qualche schematismo di troppo, ma in sceneggiatura lavorano due campioni come John Milius e Michael Cimino: il primo s'impone lo stesso anno con la regia di Dilliger, il secondo esordirà a breve con Una calibro 20 per lo specialista (1974). David Soul diventerà celebre poco dopo nel ruolo (diametralmente opposto) di Ken Hutchinson nella serie tv Starsky e Hutch.