Lo spietato Lord Kira (Tadanobu Asano) viene affrontato da 47 Rōnin che vogliono vendicare a tutti i costi la morte del loro signore. Tra loro c'è anche l'emarginato Kai (Kanu Reeves), pedina fondamentale che permetterà al gruppo di superare diverse prove.

Tratto da una vera storia accaduta nel Giappone feudale, già portata sul grande schermo da registi del calibro di Kenji Mizoguchi (1941) e Kon Ichikawa (1994), 47 Ronin è uno scialbo racconto dalle ingombranti tinte fantasy, incapace di sollevarsi da una mediocrità che, seppur abbellita dai costumi di Penny Rose (la stessa della saga dei Pirati dei Caraibi), ha un potente effetto soporifero sugli spettatori. Uno spaesato Reeves guida un cast di attori orientali altrettanto sottotono, accompagnati da una sequela di incredibili creature. Il più grande difetto resta però l'incolore sceneggiatura firmata da Chris Morgan e Hossein Amini, lenta e banale oltre ogni immaginazione. Si salva solo in parte la fotografia di John Mathieson.