1988, Cecoslovacchia. Al confine con la Germania Ovest, il maggiore Knowles (Roy Scheider) viene inviato a guidare le truppe americane e inizia una guerra personale con il comandante delle truppe sovietiche, Vachalev (Jürgen Prochnow), colpevole di aver assassinato un fuggiasco. Lo sconto tra i due rischia di minare in maniera irreversibile i rapporti già precari tra le due superpotenze.
John Frankenheimer prova a ricostruire l’ossessione malsana tra due potenze internazionali nel periodo storico più carico di tensione, la Guerra fredda, ma fallisce miseramente. Il suo è un film costruito in maniera grossolana e ripetitiva, in cui il conflitto tra i protagonisti disillusi non viene mai esaltato a dovere e, persino negli ultimi 15 minuti, la resa dei conti appare forzata, posticcia e involontariamente imbarazzante. Roy Scheider è fuori forma, mentre appare più convincente Jürgen Prochnow. Da un romanzo di Stephen Peters, adattato dallo stesso insieme a Kenneth Ross; musiche di Bill Conti. Il titolo fa riferimento a una citazione di Albert Einstein: «Non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta verrà combattuta con clave e pietre».