Parigi, fine anni Trenta. Lo sciupafemmine Julio Desnoyers (Glenn Ford) e Heinrich von Hartrott (Karlheinz Böhm), ufficiale SS entusiasta per l'operato di Hitler, sono entrambi nipoti del nonno materno, il patriarca argentino Madariaga (Lee J.Cobb), scomparso per un attacco di cuore dopo aver scoperto le simpatie naziste di Heinrich. Quando si arruola nelle file della Resistenza dopo la morte della sorella Chi Chi (Yvonne Mimieux), Julio decide di incastrare il cugino con uno stratagemma. Ingombrante flop al botteghino diretto da Minnelli a partire dal romanzo di Vincent Blasco Ibáñez, già portato sullo schermo da Rex Ingram (con Rudy Valentino) nel 1921. Il regista americano non si rivela essere la persona più adatta per realizzare un affrescone storico sulla Parigi della Resistenza, zeppo di situazioni e personaggi con poco spessore. A farne le spese è il bel cast, sciupatissimo (Glenn Ford, Charles Boyer, Karlheinz Böhm, Lee J.Cobb), e anche la credibilità di Minnelli che, pur mantenendo saldo il proprio formalismo dirige con poca disinvoltura, firmando un film confuso, impacciato, lunghissimo (oltre 150 minuti) e poco fluido. La svedese Ingrid Thulin (Marguerite Laurier) subentrata a Romy Schneider – prima scelta di Minnelli – venne doppiata da Angela Lansbury. Comparsata di Mike Bongiorno (!) che interpreta il ruolo di una guardia nazista.