Questi giorni
2016
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Giuseppe Piccioni
Attori
Marta Gastini
Laura Adriani
Maria Roveran
Margherita Buy
Filippo Timi
Sergio Rubini
Liliana (Maria Roveran), Caterina (Marta Gastini), Angela (Laura Adriani) e Anna (Caterina Le Caselle) sono quattro amiche che partono insieme per Belgrado dopo che una di loro si ritrova tra le mani una grossa occasione lavorativa in Serbia. Si tratta di un momento cruciale delle loro vite, che presto farà posto alla vita adulta e alla perdita definitiva dell’innocenza. «In questi giorni non è successo niente, ma è cambiato tutto»: è questo l’approdo del nuovo film del cineasta marchigiano Giuseppe Piccioni, road movie al femminile incentrato sul viaggio generazionale di un gruppo di ragazze molto diverse, accomunate però dal rapporto complicato e non pacificato con quella fase dell’esistenza che precede la maturità e la completa presa di coscienza di sé. Alcune soluzioni registiche iniziali, come il malinconico straniamento generato da alcuni curiosi sguardi in macchina, e la scelta di alcuni volti azzeccati, su tutti quello tormentato e anodino di Marta Gastini, destano un minimo di suggestione e di interesse, ma ben presto il film si inabissa completamente e smarrisce ogni dose di spessore, lasciandosi andare a una linearità sciatta e incolore nella quale, parafrasando la frase che chiude il film, nulla succede né nulla cambia. Il demerito, in primo luogo, è di una sceneggiatura rivedibile e pressapochista che non riesce a mettere a fuoco a dovere le psicologie di una manciata di personaggi femminili a dir poco carenti e stereotipati, per non parlare delle trascurabili quando non perniciose figure di contorno: Margherita Buy nei panni della madre di una delle ragazze, Sergio Rubini nel ruolo del padre di un’altra di loro e Filippo Timi nelle vesti di un professore universitario insicuro e balbuziente. Alcune scenette di contorno, costruite intorno a battute forzate e a un frasario aforistico e innaturale, lambiscono l’imbarazzo e puntualmente stonati e abbozzati sono anche i traumi che il regista prova a intavolare di soppiatto. Ultimi trenta minuti in caduta libera. Generosamente inserito tra i tre film italiani in concorso a Venezia 2016.
Maximal Interjector
Browser non supportato.