Milton (Luca Marinelli), giovane partigiano, ha perso le tracce della bella Fulvia (Valentina Bellè) durante la guerra. Tornato alla villa in cui passava il tempo accanto a lei, scoprirà un segreto che inizierà presto a tormentarlo.
I fratelli Taviani adattano (in maniera personale e ribaltando alcuni assunti) l’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, pubblicato postumo nel 1963 due mesi dopo la morte dell’autore. Al centro un tema tanto caro a Fenoglio quanto ai Taviani: la guerra partigiana negli anni finali della Seconda guerra mondiale. Più che una panoramica sul periodo storico e la Resistenza, però, la vicenda si concentra su un protagonista che intraprende un complesso viaggio alla ricerca del suo amore perduto e sulle verità e menzogne che ruotano attorno a esso. Con uno stile essenziale e una fotografia (spesso attraversata dalla nebbia) semplice ma incisiva, i Taviani riescono a firmare un’interessante cartolina dell’epoca, che alterna momenti toccanti ad altri piuttosto didascalici. L’alternanza tra il presente e il passato della storia è piuttosto scolastica, mentre colpisce positivamente l’assenza di retorica nei momenti più drammatici e l’efficace ritmo che viene dato alla narrazione. La parte centrale appassiona, mentre sono l’inizio (che fatica un po’ a carburare) e la conclusione (debole) a non riuscire a incidere più di tanto. Resta un prodotto decoroso, ma che poteva colpire più a fondo. Buona prova del protagonista Luca Marinelli, così così il resto del cast.