Una gigantesca mela verde giace in un bosco sovrastato da una pioggia battente. Un lupo grigio particolarmente curioso spia una donna che allatta un bambino cantandogli una soave ninna nanna. Il racconto dei racconti è la summa poetica di Yuri Norstein (Il riccio nella nebbia del 1975), uno dei più grandi animatori della storia del cinema. Dopo una serie di notevoli cortometraggi, il regista sovietico allunga la durata (circa mezz'ora) e crea una sublime partitura audiovisiva emozionante e indimenticabile. La pellicola è una complessa riflessione sulla memoria, sul tempo che scorre e sulla storia dell'Unione Sovietica: la cultura russa del ventesimo secolo viene osservata da un lupo grigio, punto di raccordo tra i diversi pezzi di un puzzle frammentato e disinteressato alla convenzionale continuità narrativa. Un mosaico composto da esistenze diverse (quelle dei ballerini, quelle dei soldati, quelle di normali famiglie), realizzato attraverso la perfetta tecnica del découpage, che Norstein porta qui a livelli qualitativi altissimi: le figure sono ritagliate e sovrapposte a splendidi fondali, ricavati da veri e propri dipinti realizzati con la moglie (e fedele collaboratrice) Francesca Yarbusova. In mezzo a un vero e proprio flusso mentale in cui perdersi risulta una delizia, non commuoversi è quasi impossibile. Tra le meraviglie della pellicola, un malinconico toro che gioca a saltare la corda insieme a una bambina. Ricco di simboli e di metafore, Il racconto dei racconti è un'opera d'arte che continua a essere analizzata, interpretata e sviscerata. Vincitore di diversi riconoscimenti significativi, ottenuti nelle kermesse di tutto il mondo, è considerato (a ragione) dalla critica uno dei più importanti film d'animazione di tutti i tempi.