Rimasti orfani, i fratelli Élisabeth (Nicole Stephane) e Paul (Édouard Dermit) solidificano ulteriormente il loro rapporto decisamente intimo. Vivono reclusi nella loro camera da letto e, malgrado litighino spesso e volentieri, non riescono a rimanere separati per troppo tempo. La loro vita sembra cambiare quando conoscono due coetanei, Gèrard (Jacques Bernard) e Agathe (Renée Cosima), ma ben presto entrambi diventano minacce per il legame fraterno. Reduce dal successo della sua opera prima, Il silenzio del mare (1949), Melville fu contattato da Jean Cocteau per adattare il suo romanzo I ragazzi terribili. Il risultato è interessante ma discontinuo, appesantito dalla onnipresente voce over dello stesso Cocteau (che accompagna l'evoluzione del racconto) eppure affascinante per come sa descrivere un disagio esistenziale attraverso lo sguardo di due giovani persi in un mondo che non riescono a capire e da cui tentano di isolarsi il più possibile. La relazione perversa e quasi incestuosa tra fratello e sorella è resa attraverso scelte stilistiche mai banali che si fanno espressione di una profonda ansietà, vitalizzando visivamente il carattere profondamente introspettivo e psicologico del racconto. Diversi i momenti memorabili dalla lotta con le palle di neve e il finale delirante e struggente, benché a tratti il film tenda ad essere ripetitivo e a sottolineare con eccessiva perizia la carica espressiva di silenzi, sguardi e azioni solo apparentemente inspiegabili. Grande interpretazione di Nicole Stephane, mentre Édouard Dermit appare piuttosto spaesato e poco incisivo. La grande libertà stilistica e narrativa del film influenzò notevolmente i futuri cineasti della Nouvelle Vague.