Dopo aver scoperto di essere speciali, tornare alla vita di tutti i giorni non è proprio la cosa più semplice che ci sia. Ne sa qualcosa Michele Silenzi (Ludovico Girardello), il “ragazzo invisibile”, cresciuto e alle prese con nuove sofferenze e inadeguatezze, a cominciare da un amore non ricambiato. Sulla sua strada faranno però irruzione una ragazza misteriosa, Natasha (Galatea Bellugi) e la madre naturale Yelena (Ksenia Rappoport).
Gabriele Salvatores realizza il sequel del suo Il ragazzo invisibile (2014), curioso progetto italiano che si cimentava con un supereroe teenager, provando a intavolare un discorso fantasy all’interno della nostra industria cinematografica e cimentandosi con le difficoltà di quel senso d’invisibilità, cui l’adolescenza sembra sempre condannare. Il sequel però non fa altro che amplificare i difetti e le carenze strutturali del primo capitolo, qui ancora più macroscopiche: il cinecomic di Salvatores purtroppo non prende atto della lezione “local” di Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) e si limita a fare malamente il verso a un modello americano come gli X-Men, emulato, si fa per dire, con sfacciato e incomprensibile sprezzo del pericolo e, in certi casi, anche del ridicolo. La confezione visiva è qua e là all’altezza e certe grossolanità incomprensibili nella grammatica tecnica e formale del primo film sono qui leggermente smussate, ma si fa davvero fatica a dare peso e credito a una storia vecchia, già vista e che nella seconda parte smarrisce completamente ogni mordente, proprio quando i poteri l’avrebbero dovuta fare da padroni. L’invisibilità del protagonista, per prima, è un superpotere mai sfruttato appieno né valorizzato da un’idea, grafica, concettuale o anche semplice spettacolare, all’altezza; il motivo della maternità è ripreso pigramente dal primo film senza nessuno sviluppo ulteriore; la recitazione dei ragazzi, fatta eccezione per la Bellugi e a cominciare dal monolitico e legnoso protagonista Girardello, è semplicemente imbarazzante, a tal punto che nel naufragio non si salva nemmeno un’attrice di buon livello come Ksenia Rappoport. Effetti speciali curati da Victor Perez (Il Cavaliere Oscuro - il Ritorno, Rogue One, Harry Potter - I Doni della Morte) e oltre 21 minuti di immagini generate al computer.