La tredicenne Sara (Julia Lübbert) vive con la sorella minore (Emilia Ossandon), la madre Paula (Mariana Loyola) e la di lei compagna Lia (Agustina Muñoz). Anche se il clima in famiglia è disteso, l’adolescenza alle porte e l’atteggiamento preoccupato del genitore (Daniel Muñoz) la portano a interrogarsi sulla normalità della propria situazione. Nel frattempo il padre decide di intraprendere un’azione legale per riprendere la custodia delle due figlie. Ispirato a un reale fatto di cronaca (la battaglia legale tra una coppia omosessuale cilena e l’ex marito di una delle due partner per l’affidamento dei figli) Rara – Una strana famiglia indaga con delicatezza un tema complesso come quello dei nuclei familiari “non convenzionali” e delle reazioni di una società solo apparentemente disponibile all’apertura ma in realtà ancora spaventata e bigotta. Gli scontri di Sara con la madre sono fisiologici, ma al normale dissesto generazionale aggiungono i dubbi di una ragazzina che non sa come gestire le relazioni esterne, più che quelle interne alla famiglia, impegnata a cercare il proprio equilibrio e anche a far capire alla sorellina che a occhi esterni la loro felicità può sembrare minacciosa. Tenendosi lontano da isterismi e istrionismi, il film sceglie la via della linearità (a tratti eccessiva: da qui l'assenza di particolari guizzi) per tratteggiare le dinamiche sentimentali di una famiglia come tante, solo “diversa” per chi non ne fa parte. Senza mai lasciarsi andare alla retorica, comunque, la regista Pepa San Martín rimane abilmente ai margini del dramma, dirigendo con mano sicura un buon cast in cui spiccano per naturalezza e intensità le due giovanissime protagoniste. Uno sguardo lucido su una realtà che alla società odierna, nonostante i tanti proclami mediatici, fa ancora troppa paura.