Resistance – La voce del silenzio
Resistance
2020
Paesi
Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania
Generi
Guerra, Biografico, Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Jonathan Jakubowicz
Attori
Jesse Eisenberg
Clémence Poésy
Matthias Schweighöfer
Ed Harris
Édgar Ramírez
Géza Röhrig
Félix Moati
Karl Markovics

Durante la Seconda guerra mondiale, milioni di bambini ebrei si ritrovano orfani e vengono soccorsi da gruppi di volontari che provano con tutti i mezzi a proteggerli dall’ombra lunga del nazismo. Marcel Mangel (Jesse Eisenberg) è uno di loro, un giovane uomo, figlio di un ebreo alsaziano e cresciuto a Strasburgo, deciso a condurli in Svizzera facendo credere ai tedeschi che i bambini partano per una vacanza. Mimo e attore ancora sconosciuto, Marcel corregge (letteralmente) Mangel in Marceau e sigla il suo primo gesto artistico: salvare una vita, cento vite. Ricercato due volte, come ebreo e come membro della Resistenza, Marcel Marceau sfiderà il male col silenzio.

Tentativo maldestro di raccontare la parabola personale e umana di un’icona del Novecento come Marcel Marceau, Resistance – La voce del silenzio, denominazione cui il sottotitolo italiano aggiunge un ulteriore surplus di retorica indigesta, è una di quelle operazioni abborracciate in cui le esigenze di illustrare in maniera patinata un contesto di fondo si associano per di più ai dettami del biopic più standardizzato ed edificante. La scrittura non va particolarmente per il sottile, contrapponendo fin dalle prime battute Marceau a una figura paterna che lo bolla come un pagliaccio da bordello (mentre lui ambisce a essere un Chaplin da cabaret), ma ciò che manca è proprio la capacità di restituire, oltre alla bontà d’animo evidente e al valore delle sue azioni su larga scala, la trasformazione reale del personaggio e la sfaccettata dinamicità della sua figura. Di fatto il film di Jonathan Jakubowicz si presenta ai nostri occhi come una scialba e amorfa origin story su colui che, finita la guerra, inventerà addirittura il moonwalk, poi reso immortale da Michael Jackson, e si guadagnerà un posto tutto suo nell’immaginario collettivo: purtroppo il tasso di correttezza è perfino insostenibile, il terrore del vuoto (e del muto) è compensato da una valanga di melensaggine illustrativa e l’andamento cronachistico della vicenda particolarmente striminzito. Jesse Eisenberg si accoda a tutto il resto timbrando un’interpretazione totalmente di maniera, in definitiva senza infamia e senza lode, mal servita da un contesto che gli tarpa in partenza le ali. Distribuito nel giugno 2020 sulle piattaforme in streaming, saltando così l’uscita in sala cui sarebbe stato destinato prima dell’emergenza Coronavirus.

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