Rester vertical
Rester vertical
2016
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Alain Guiraudie
Attori
Damien Bonnard
Christian Bouillette
Laure Calamy
India Hair
Raphaël Thiery
Léo (Damien Bonnard), giovane senza dimora affascinato dai lupi, incontra la contadina Marie (India Hair), da cui ha un figlio, ma la storia non funziona e i due si lasciano. Léo, che porta con sé il piccolo appena nato, rimane in contatto con lo strambo padre di lei, ma si imbatte anche in un aitante ragazzo e nell'anziano signore che vive con quest'ultimo.
Il francese Guiraudie, noto per aver scritto e diretto Lo sconosciuto del lago, vincitore del Premio per la regia e della Queer Palm nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2013, ha realizzato uno sghembo quadro esistenziale che azzarda molto nelle ambizioni teoriche ma spesso finisce per essere un farraginoso accumulo di intuizioni mal inscenate. Un'opera che chiede molto allo spettatore, tra ellissi e repentini scarti narrativi solo apparentemente forzati. Gli istinti bestiali dell'uomo affiorano in una storia che ribalta ogni convenzione, con la love story "classica" che fallisce ed emergono sardonici retroscena alternativi. Un film dalle molteplici anime, che non danno quasi mai l'idea di trovare un giusto compimento. Le pulsioni nascoste, il non detto e il fuori scena come costanti di un cinema autoriale ma, soprattutto, autoreferenziale. Difficile entrare nella vicenda e nei suoi repentini quanto posticci cambi di registro. I personaggi, tutti fuori dagli standard e spesso condannati ai margini, funzionano a corrente alterna, così come le parentesi grottesche. Guiraudie si conferma abile nel mostrare i corpi nudi senza essere volgare, in particolare nella significativa sequenza della sodomia in forma di suicidio assistito. Bello il finale. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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