Nel corso dell'allestimento del Riccardo III di Shakespeare, Al Pacino compie alcune approfondite ricerche sull'opera, analizzando i personaggi e la loro evoluzione. Mostra le difficoltà della costruzione della messa in scena, oltre alla diffidenza del pubblico verso il teatro del celebre drammaturgo inglese. Uno dei più importanti divi di Hollywood, Al Pacino, decide di realizzare un documentario a metà tra racconto del backstage e rappresentazione dell'opera, con al centro il mestiere dell'attore e la sua rilevanza sociale e culturale. Le analisi che ogni interprete sostiene vanno dalla pronuncia, all'intonazione, alla cadenza metrica, al senso che l'autore voleva dare. Pacino mostra tutti questi insoliti (e generalmente poco approfonditi) aspetti, proponendo anche diverse interviste ad alcuni grandi artisti che hanno legato il loro nome a Shakespeare, come Kenneth Branagh, John Gielgud o Peter Brook. Accanto a loro, appaiono anche studiosi riconosciuti a livello internazionale, che offrono i loro spunti sul Riccardo III, un'opera amata nel mondo teatrale, ma poco conosciuta al di fuori di esso, come dimostrato dalle interviste improvvisate per strada da Pacino ad alcuni ignari passanti. Il documentario alterna momenti più informali, in cui la macchina da presa viene portata a mano, ad altri con una costruzione più cinematografica, in cui si mostrano alcune scene della rappresentazione definitiva. Il regista/attore, qui alla sua prima prova dietro la macchina da presa, dosa con cura i molti ingredienti a disposizione, ottenendo uno splendido risultato in cui realtà e rappresentazione si fondono, per dimostrare come il teatro sia ancora necessario. Un'opera prima davvero notevole.