Rififi
Du rififi chez les hommes
1955
Paese
Francia
Generi
Noir, Drammatico
Durata
122 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Jules Dassin
Attori
Jean Servais
Carl Möhner
Robert Manuel
Perlo, Vita
Marie Sabouret
Janine Darcey
Claude Sylvain
Marcel Lupovici
Pierre Grasset
Robert Hossein
Magali Noël
Scontati cinque anni di carcere dopo essere stato tradito dalla pupa Mado (Marie Sabouret), il disilluso Tony "il laureato" (Jean Servais) rientra nel giro del crimine per tornare ad assaporare la rispettabilità di cui godeva in passato. Pianifica così un ingegnoso "colpo grosso" per svaligiare il caveau di una gioielleria insieme a Jo "lo svedese" (Carl Möhner), Mario (Robert Manuel) e Cesare (Perlo Vita). La rapina riesce ma, al momento della spartizione del bottino, le cose si complicano irreparabilmente.
Uno dei più grandi "neri" degli anni '50, che aprì la strada alla corrente del polar francese (poliziesco contaminato da atmosfere noir). Pur partendo dal clima di sommesso fatalismo dei classici modelli a stelle e strisce, l'americano Dassin, emigrato in Francia dopo essere stato vittima delle persecuzioni maccartiste, trova nello spigoloso ed essenziale realismo delle sue grandi pellicole precedenti (La città nuda del 1948, in particolare) terreno fertile per realizzare una superba opera che guarda con tono malinconico al dramma esistenziale, al tempo che scorre, all'amicizia virile, ai codici non scritti della malavita, alle delusioni d'amore e, forse, alla fine di un'epoca. Modello imprescindibile per tutti gli heist movie a venire, Rififi racchiude in sé tutti gli ingredienti tipici del genere a cui appartiene, segnando un punto fermo nella storia del cinema con la lunghissima sequenza (venticinque minuti) priva di dialoghi e musica che descrive l'esecuzione della rapina. Una lezione di tecnica cinematografica che, pur rifiutando l'azione in senso stretto, costruisce una morsa tensiva costante. Molto esplicito per l'epoca in termini di violenza e allusioni sessuali. Personaggi memorabili, eccellente scrittura, superbi contributi tecnici (fotografia di Philippe Agostini, musiche di Georges Auric, scene di Alexandre Trauner). Tratto dal romanzo omonimo (1953) di Auguste Le Breton. Premio per la miglior regia al Festival di Cannes. François Truffaut lo considerava il miglior noir mai girato: vorrà pur dire qualcosa, no?
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