The Ring
The Ring
2002
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Gore Verbinski
Attori
Naomi Watts
Martin Henderson
David Dorfman
Brian Cox
Daveigh Chase
Amber Tamblyn
La giornalista Rachel (Naomi Watts) indaga sulla morte misteriosa della nipote adolescente (Amber Tamblyn), causata da una strana cassetta VHS che accidentalmente visiona anche il figlioletto Aidan (David Dorfman). In una corsa contro il tempo, la donna cercherà di fermare la maledizione che grava sul nastro e salvare il bambino.
Remake americano dell'omonimo horror giapponese di Hideo Nakata (1998), The Ring inaugura un fortunato filone di titoli di genere asiatici riproposti negli States. Il clamoroso successo di questa pellicola spinse infatti molti produttori a cercare ispirazione in Oriente e lo stesso Nakata firmò il seguito del suo film producendolo in America. Pur dovendo riconoscere l'enorme debito verso la pellicola originale, c'è da dire che Verbinski è riuscito a fare un grande lavoro di adattamento e rilettura degli stereotipi culturali, a partire dal video maledetto, che ripropone una giustapposizione di immagini inquietanti. Naomi Watts è bravissima nella parte della madre-coraggio, disposta a tutto per salvare il figlio, ma anche compassionevole nei confronti della satanica e sfortunata Samara (Daveigh Chase). Un horror come in Occidente non se ne vedevano da tempo, che riesce a terrorizzare e a tenere incollati alla sedia, riaggiornando il repertorio classico dei bambini maledetti all'epoca del virale, e bilanciando una scrittura solida con i classici spaventi "alla giapponese". Il furbo lancio di marketing con la questione dei sette giorni (dopo sette giorni dalla visione del nastro sarebbe arrivata la morte) ha fatto il resto.
Remake americano dell'omonimo horror giapponese di Hideo Nakata (1998), The Ring inaugura un fortunato filone di titoli di genere asiatici riproposti negli States. Il clamoroso successo di questa pellicola spinse infatti molti produttori a cercare ispirazione in Oriente e lo stesso Nakata firmò il seguito del suo film producendolo in America. Pur dovendo riconoscere l'enorme debito verso la pellicola originale, c'è da dire che Verbinski è riuscito a fare un grande lavoro di adattamento e rilettura degli stereotipi culturali, a partire dal video maledetto, che ripropone una giustapposizione di immagini inquietanti. Naomi Watts è bravissima nella parte della madre-coraggio, disposta a tutto per salvare il figlio, ma anche compassionevole nei confronti della satanica e sfortunata Samara (Daveigh Chase). Un horror come in Occidente non se ne vedevano da tempo, che riesce a terrorizzare e a tenere incollati alla sedia, riaggiornando il repertorio classico dei bambini maledetti all'epoca del virale, e bilanciando una scrittura solida con i classici spaventi "alla giapponese". Il furbo lancio di marketing con la questione dei sette giorni (dopo sette giorni dalla visione del nastro sarebbe arrivata la morte) ha fatto il resto.
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