Robin (Sean Connery) torna in Inghilterra dopo una Crociata e scopre che la sua amata Marian (Audrey Hepburn) nel frattempo ha preso i voti e si è fatta monaca. Recandosi da lei, l'uomo si imbatterà anche nell'acerrimo rivale, lo sceriffo di Nottingham (Robert Shaw), il quale ha ordinato l'arresto della donna.
Provando a prendere le distanza dall'ingombrante tradizione cinematografica che circonda la figura di Robin Hood, Richard Lester firma una versione malinconica e crepuscolare, capace di affascinare per il suo spirito più intraprendente e originale con cui prova a leggere in chiave diversa uno dei miti più popolari di sempre. Robin e Marian è innanzitutto una storia d'amore (come può suggerire anche il titolo) tra due amanti non più giovani e agguerriti come solitamente vengono dipinti. La coppia formata da Sean Connery e Audrey Hepburn (tornata sul grande schermo dopo una pausa di nove anni) funziona molto bene: gli attori sono decisamente a loro agio e restituiscono con naturalezza il declino struggente di due personaggi ampiamente consolidati nell'immaginario comune. Qualche momento di calo è comunque presente, soprattutto nella parte centrale che non è in grado di tenere viva l'attenzione come dovrebbe né sul fronte sentimentale né su quello più avventuroso: Lester prova a mescolare entrambe le componenti, ma le parti migliori rimangono quelle in cui il regista si concentra su un unico filone. Difficile, comunque, non commuoversi in un finale che pone i sigilli alla leggenda dell'uomo che rubava ai ricchi per dare ai poveri.