12 dicembre 1969: una bomba esplode nella Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano e i sospetti sui mandanti ricadono su frangia di estremisti anarchici. Il commissario Calabresi (Valerio Mastandrea), che non crede alla colpevolezza dell'accusato Pinelli (Pierfrancesco Favino), cerca di far luce sul mistero. Dopo una serie di omicidi, i suoi dubbi diventeranno certezze.

A quasi cinquant'anni dalla tragedia di Piazza Fontana, Marco Tullio Giordana tenta di ricostruire l'irrapresentabile e, avvezzo a temi scottanti, sceglie di raccontare una delle pagine più drammatiche della storia nazionale, evitando variazioni sul tema e lasciandosi guidare da eventi meticolosamente ricostruiti. Un film curatissimo, controllato sia dal punto di vista formale che narrativo, neutrale nell'esposizione di fatti aberranti, asciutto pur rifiutando pretese documentaristiche. Dalle vicende storiche al calvario processuale, corredato da indizi, testimonianze, verità e bugie che depistano e mantengono alto il livello di tensione, Romanzo di una strage tratteggia numerosi personaggi e storie delineando uno spaccato degli anni di piombo decisamente disturbante grazie al notevole lavoro di ricostruzione (ispirato anche al libro Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli), ma scevro da ogni intento di denuncia. Un prodotto affidabile e solido, valorizzato da un ritmo da thriller e dalle prove convincenti di un cast in ottima forma. Michela Cescon è Licia Pinelli, Luigi Lo Cascio è il giudice Paolillo, Fabrizio Gifuni è Aldo Moro. Sceneggiato dal regista con Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Sedici candidature ai David di Donatello e nove ai Nastri d'Argento.