Parigi, 1959. Dale Turner (Dexter Gordon), sassofonista americano alcolizzato si esibisce ogni sera al Blue Note, riscuotendo un discreto successo. Qui conosce Francis Borier (François Cluzet), un pubblicitario timido e squattrinato, grande appassionato di jazz ed estimatore di Turner. Tra i due nasce immediatamente una profonda amicizia che porta Francis a occuparsi di Dale, incapace di liberarsi di quei vizi che ne limitano l'indubbio talento artistico. Struggente omaggio al jazz e malinconico affresco sulla fine di un'epoca culturale filtrata attraverso lo sguardo di due outsider, due personaggi che faticano a ritagliarsi il loro spazio nel mondo ma riescono comunque ad andare avanti grazie all'amore e alla passione per la musica. Tavernier filma con grande semplicità e (attraverso i piccoli gesti, i tic quotidiani, i silenzi e gli sguardi) sa restituire, con sincera partecipazione, la fragile umanità dei suoi protagonisti. Il regista, inoltre, attraverso un tagli documentaristico descrive degli ambienti su cui aleggia una persistenza atmosfera di decadenza, illuminati con luci soffuse o immersi in un'ombrosa oscurità che si fa espressione visiva di un disagio esistenziale e di un senso di inadeguatezza che accomuna Dale e Francis. Ispirato alla vita dei jazzisti Lester Young e Bud Powell (cui l'opera è rispettosamente dedicata, come si legge nei titoli di coda), un film essenziale e profondamente toccante, impreziosito dalla bella colonna sonora di Herbie Hancock e dalla grande prova del jazzista professionista Dexter Gordon, prestato alla recitazione con ottimi esiti. Il titolo Round midnight fa riferimento a una celebre composizione jazz di Thelonious Monk. Il regista Martin Scorsese e Philippe Noiret, attore feticcio nonché grande amico di Tavernier, compaiono in piccoli ruoli. Nomination all'Oscar per Gordon e statuetta conquistata per la miglior colonna sonora.