S21: La macchina di morte dei Khmer Rossi
S-21, la machine de mort Khmère rouge
2003
Paesi
Cambogia, Francia
Generi
Documentario, Drammatico
Durata
101 min.
Formato
Colore
Regista
Rithy Panh
Poco più di vent'anni dopo la fine del breve ma crudelissimo regno del terrore del dittatore Pol Pot in Cambogia, due dei pochissimi sopravvissuti al terrificante carcere S-21, Vann Nath e Chum Mey, tornano sui luoghi della loro prigionia e ripercorrono quei terribili giorni confrontandosi con i loro aguzzini e facendo luce sui fatti atroci che avvennero tra quelle mura.
Partendo da un tema sensibile e personalissimo, che riguarda non solo il Paese d'origine ma anche la propria famiglia, che perse durante la dittatura dei Khmer Rossi, il cambogiano Rithy Panh costruisce un'indagine lucidissima e controllata su una delle pagine più vergognose e misconosciute della storia umana. Veterano del tema, che tratta fin dalle sue prime pellicole, Panh sceglie un approccio completamente privo di retorica e orpelli, portando i due sopravvissuti direttamente nell'antro della bestia, accompagnandoli mentre sfogliano centinaia di pagine di dossier fitte di nomi e immagini di persone torturate e uccise, mettendoli a confronto diretto con coloro che, appena ragazzi all'epoca, eseguivano materialmente gli ordini dei capi, ammazzando, violentando, compiendo gesti ignobili in nome di un'ideologia cieca e malata. Nessuna pietà per gli aguzzini, che tentano solo debolmente di appellarsi al lavaggio del cervello che in effetti avevano ricevuto ma che non basta a giustificare la follia di un genocidio compiuto in appena quattro anni, costato la vita a quasi due milioni di persone. Ben prima che The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (2012) sconvolgesse il mondo con le sue immagini, i carcerieri cambogiani sono chiamati da Panh a mostrare, in un agghiacciante gioco teatrale, i gesti precisi e le parole con cui si rivolgevano ai prigionieri, facendo rivivere la loro disperazione che si riflette negli occhi velati dei due protagonisti, indecisi se ricordare e portare all'attenzione del mondo quell'abominio dimenticato o se smettere di pensarci per non soffrire più. Un documento straziante e necessario, che riesce a trasformare la partecipazione in obiettività, presentando la nuda e cruda verità e facendo luce su una macchia gravissima per il mondo intero, che per anni ha chiuso gli occhi di fronte a una delle catastrofi più scellerate e inumane mai successe.
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