Un sacchetto di biglie
Un sac de billes
2017
Paesi
Francia, Canada, Repubblica Ceca
Genere
Drammatico
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Christian Duguay
Attori
Dorian Le Clech
Batyste Fleurial
Patrick Bruel
Elsa Zylberstein
Bernard Campan
Christian Clavier
Parigi. Joseph (Dorian Le Clech) e Maurice Joffo (Batyste Fleurial) sono due fratelli ebrei bambini, al tempo in cui la Francia era occupata dai nazisti. Si troveranno ben presto a dover fuggire attraverso il suolo transalpino per non essere catturati, senza ammettere, per nessun motivo al mondo, di essere ebrei. Per ricongiungersi alla famiglia dovranno ricorrere a una sorprendente dose di coraggio e ingegno…
Esempio cristallino di grande tragedia raccontata a misura di bambino, quella portata al cinema dal regista Christian Duguay, già dietro la macchina da presa per Belle & Sebastien – L’avventura continua (2015), è una parabola all’insegna della commozione e della valorizzazione del potere dell’infanzia, capace con la sua leggerezza e le sue invenzioni poetiche di poter far fronte anche al dramma più grande che il Novecento abbia conosciuto. Nello stile del canadese Duguay non si registrano particolari sussulti e tutto è piuttosto misurato quando non addirittura asettico, ma questa linearità è piuttosto funzionale allo sviluppo di una storia semplice e all’insegna dei buoni sentimenti, che si snoda in maniera prevedibile tra rabbia e lacrime, tra parentesi dolorose e altre più lievi. Un sacchetto di biglie è dunque un prodotto privo di qualunque ambizione, ma dal valore didattico piuttosto marcato: per stimolare delle riflessioni sulla Giornata della Memoria presso un pubblico di ragazzini è più che indicato, proprio perché focalizzato sul loro punto di vista anche all’interno delle dinamiche familiari, piuttosto sottolineate. Del romanzo autobiografico di Joseph Joffo, pubblicato nel 1973, esisteva già una versione cinematografica diretta da Jacques Doillon nel 1975.
Esempio cristallino di grande tragedia raccontata a misura di bambino, quella portata al cinema dal regista Christian Duguay, già dietro la macchina da presa per Belle & Sebastien – L’avventura continua (2015), è una parabola all’insegna della commozione e della valorizzazione del potere dell’infanzia, capace con la sua leggerezza e le sue invenzioni poetiche di poter far fronte anche al dramma più grande che il Novecento abbia conosciuto. Nello stile del canadese Duguay non si registrano particolari sussulti e tutto è piuttosto misurato quando non addirittura asettico, ma questa linearità è piuttosto funzionale allo sviluppo di una storia semplice e all’insegna dei buoni sentimenti, che si snoda in maniera prevedibile tra rabbia e lacrime, tra parentesi dolorose e altre più lievi. Un sacchetto di biglie è dunque un prodotto privo di qualunque ambizione, ma dal valore didattico piuttosto marcato: per stimolare delle riflessioni sulla Giornata della Memoria presso un pubblico di ragazzini è più che indicato, proprio perché focalizzato sul loro punto di vista anche all’interno delle dinamiche familiari, piuttosto sottolineate. Del romanzo autobiografico di Joseph Joffo, pubblicato nel 1973, esisteva già una versione cinematografica diretta da Jacques Doillon nel 1975.
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