Salto nel buio
Innerspace
1987
Paese
Usa
Generi
Fantascienza, Azione, Commedia
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Joe Dante
Attori
Dennis Quaid
Martin Short
Meg Ryan
Henry Gibson
Kevin McCarthy
Fiona Lewis
Miniaturizzato a causa di un esperimento scientifico, il tenente Tuck Pendleton (Dennis Quaid) si ritrova nel corpo dell'insicuro e complessato Jack Putter (Martin Short). Braccati da un'organizzazione criminale che vuole impadronirsi del microchip alla base dell'operazione, i due chiederanno aiuto a Lydia Maxwell (Meg Ryan), giornalista ed ex fidanzata di Tuck.
Frenetico pastiche diretto da Joe Dante, che si ispira al film di Richard Fleischer Viaggio allucinante (1966), da cui fu tratto l'omonimo romanzo di Isaac Asimov. Fantascienza, azione scatenata, dilaganti effetti speciali e inserti da commedia con vertici di demenzialità assoluta: la sceneggiatura, firmata da Jeffrey Boam e Chip Proser, fa della contaminazione il suo scopo primario e procede per accumulo, sciorinando tutti i feticci tipically eighties e andando alla ricerca della pura spettacolarizzazione. Una rivisitazione un po' sterile della sci-fi di classica memoria, dotata di un discreto ritmo ma eccessiva e inutilmente prolissa (soprattutto nel tratteggio della tormentata storia d'amore tra Pendleton e Lydia). Alcune sequenze, comunque, risultano irresistibili (Jack che, spronato dalla “cattiva coscienza” Tuck, si scatena in un esilarante ballo sulle note di Twistin' The Night Away, cantata da Sam Cooke: la frenetica trasformazione del volto di Putter, costretto a cambiare identità per recuperare il microchip). Henry Gibson, memorabile nazista dell'Illinois in The Blues Brothers (1980) di John Landis, è il signor Wormwood. Musiche di Jerry Goldsmith, fotografia di Andrew Laszlo.
Frenetico pastiche diretto da Joe Dante, che si ispira al film di Richard Fleischer Viaggio allucinante (1966), da cui fu tratto l'omonimo romanzo di Isaac Asimov. Fantascienza, azione scatenata, dilaganti effetti speciali e inserti da commedia con vertici di demenzialità assoluta: la sceneggiatura, firmata da Jeffrey Boam e Chip Proser, fa della contaminazione il suo scopo primario e procede per accumulo, sciorinando tutti i feticci tipically eighties e andando alla ricerca della pura spettacolarizzazione. Una rivisitazione un po' sterile della sci-fi di classica memoria, dotata di un discreto ritmo ma eccessiva e inutilmente prolissa (soprattutto nel tratteggio della tormentata storia d'amore tra Pendleton e Lydia). Alcune sequenze, comunque, risultano irresistibili (Jack che, spronato dalla “cattiva coscienza” Tuck, si scatena in un esilarante ballo sulle note di Twistin' The Night Away, cantata da Sam Cooke: la frenetica trasformazione del volto di Putter, costretto a cambiare identità per recuperare il microchip). Henry Gibson, memorabile nazista dell'Illinois in The Blues Brothers (1980) di John Landis, è il signor Wormwood. Musiche di Jerry Goldsmith, fotografia di Andrew Laszlo.
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