Nella Milano degli anni Settanta, un gruppo di giovani aderenti a idee politiche d'ispirazione fascista, dopo aver partecipato ai funerali di un gerarca del ventennio, compie un atto vandalico di fronte a un liceo di sinistra. Un evento all'apparenza banale, che darà il via a una giornata caotica, destinata a culminare in una violenza irreparabile. Disagio giovanile, cieco senso d'appartenenza a un'ideologia e conseguenti disordini sociali sono i temi trattati da Carlo Lizzani in San Babila ore 20: un delitto inutile, realistica istantanea di un particolare e recente momento storico e sociale dell'Italia e nella fattispecie della città di Milano. Ispirato a un reale fatto di cronaca, l'assassino nel maggio del 1975 del giovane Alberto Basili da parte di quattro militanti di estrema destra, il film tenta di mostrare, con un taglio estremamente realistico, la diretta consequenzialità tra vacuità idealistica e violenza, alla base del caos ideologico e generazionale dell'epoca. Un approccio coraggioso ma dai risultati non sempre felici: la scelta di affidarsi per lo più ad attori non professionisti o semiesordienti penalizza il tratteggio dei personaggi principali e, conseguentemente, la narrazione risulta poco credibile. Apprezzabile, comunque, l'ambientazione in una Milano grigia, dai tratti notturni cupi e opprimenti. Sceneggiatura di Lizzani, Mino Giarda e Ugo Pirro; colonna sonora di Ennio Morricone.