Saturno contro
2007
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Ferzan Özpetek
Attori
Pierfrancesco Favino
Stefano Accorsi
Margherita Buy
Ambra Angiolini
Luca Argentero
Serra Yilmaz
Ennio Fantastichini
Filippo Timi
Michelangelo Tommaso
Milena Vukotic
Isabella Ferrari
Davide (Pierfrancesco Favino) è solito ospitare in casa sua un folto gruppo di amici: il suo compagno Lorenzo (Luca Argentero), il suo ex Sergio (Ennio Fantastichini), l'amico Antonio (Stefano Accorsi) e sua moglie Angelica (Margherita Buy), la patita d'astrologia ed ex tossicodipendente Roberta (Ambra Angiolini), l'interprete turca Neval (Serra Yilmaz) e suo marito Roberto (Filippo Timi). L'armonia di questa grande famiglia allargata viene meno quando, durante una cena, Lorenzo si sente male e finisce in coma.
Dopo Cuore sacro (2005), Özpetek alza ulteriormente l'asticella: tenta di dar vita a una sorta di Il grande freddo (1983) all'italiana e racconta il senso di smarrimento di un gruppo dinnanzi all'improvviso sopraggiungere della morte e alla difficile elaborazione di un lutto che porta a ridimensionare i diversi problemi che attanagliano i protagonisti. Un'opera tutto sommato onesta, ma gravata dal pressapochismo con cui si cerca di bilanciare dramma e commedia, regalando soluzioni che ricercano forzatamente il sentimentalismo risultando al contrario un po' furbette. Prolisso e poco coeso, il film cerca di farsi piacere sia nella dimensione più seria che in quella più buffa (con l'armamentario di macchiette marchio di fabbrica della poetica ozpetekiana) e tenta di sondare l'anima e la psicologia dei suoi personaggi senza però riuscire a rispettare le ambizioni di base. Lo sguardo su una borghesia annoiata ed egocentrica, non particolarmente acuto o intrigante (e inficiato a tratti da derive troppo indulgenti), risulta comunque talmente ingenuo da intenerire. Discreta prova del cast, con Milena Vukotic (nei panni della caposala dell'ospedale) e una sorprendente Ambra Angiolini (vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista) sugli scudi. Il titolo fa riferimento a una battuta “astrologica” di Roberta.
Dopo Cuore sacro (2005), Özpetek alza ulteriormente l'asticella: tenta di dar vita a una sorta di Il grande freddo (1983) all'italiana e racconta il senso di smarrimento di un gruppo dinnanzi all'improvviso sopraggiungere della morte e alla difficile elaborazione di un lutto che porta a ridimensionare i diversi problemi che attanagliano i protagonisti. Un'opera tutto sommato onesta, ma gravata dal pressapochismo con cui si cerca di bilanciare dramma e commedia, regalando soluzioni che ricercano forzatamente il sentimentalismo risultando al contrario un po' furbette. Prolisso e poco coeso, il film cerca di farsi piacere sia nella dimensione più seria che in quella più buffa (con l'armamentario di macchiette marchio di fabbrica della poetica ozpetekiana) e tenta di sondare l'anima e la psicologia dei suoi personaggi senza però riuscire a rispettare le ambizioni di base. Lo sguardo su una borghesia annoiata ed egocentrica, non particolarmente acuto o intrigante (e inficiato a tratti da derive troppo indulgenti), risulta comunque talmente ingenuo da intenerire. Discreta prova del cast, con Milena Vukotic (nei panni della caposala dell'ospedale) e una sorprendente Ambra Angiolini (vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista) sugli scudi. Il titolo fa riferimento a una battuta “astrologica” di Roberta.
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