Il signor Dufour (André Gabriello), commerciante parigino, ha organizzato una gita in campagna insieme a moglie (Jane Marken), figlia (Sylvia Bataille) e all'impacciato commesso Anatole (Paul Temps), suo futuro genero. Durante la scampagnata il casuale incontro con due canottieri, Henri (Georges D'Arnoux) e Rodolphe (Jaques B. Brunius), determinerà un'imprevista svolta nella loro giornata. Tratto da una novella di Guy de Maupassant, e considerato da molti la quintessenza del cinema di Jean Renoir, La scampagnata è uno dei mediometraggi più celebri e importanti della storia del cinema. Avventurose, e frutto di fortunate coincidenze, le circostanze che lo hanno portato alla luce: girato tra il luglio e l'agosto del 1936 sulle sponde del fiume Loing, nei pressi della città di Marlotte, in un'estate definita da Renoir “eccezionalmente piovosa”, rimase incompiuto quando il regista iniziò le riprese de La Grande Illusione (1937). Lo scoppio della guerra, l'occupazione nazista con il sequestro della pellicola e la partenza di Renoir per gli Stati Uniti fecero cadere il progetto nel dimenticatoio. Solo 10 anni dopo, nel 1946, a partire da un negativo miracolosamente salvato da Henri Langlois, direttore della Cinémathèque Française, fu possibile approntare un montaggio del materiale girato, curato da Marguerite Houllé Renoir, compagna del regista negli anni Trenta, e approvato dallo stesso Renoir. Il risultato ottenuto, anche grazie a un sentore di effimera fragilità, fu straordinario. Tra tutti i film di Renoir è forse il più lirico e sublime, quello in cui sono condensati con più efficacia tutti i suoi motivi ispiratori, dal legame con la natura fino a quello con la pittura impressionista del padre Pierre-Auguste, passando per una sempre attuale riflessione sulle convenzioni sociali. Memorabile.