Scialla!
2011
Paese
Italia
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Francesco Bruni
Attori
Fabrizio Bentivoglio
Filippo Scicchitano
Barbora Bobulova
Vinicio Marchioni
Giuseppe Guarino
Prince Manujibeya
Bruno (Fabrizio Bentivoglio) è un ex professore svogliato che si mantiene con lezioni private e facendo il ghostwriter. Tra i suoi allievi, c'è Luca (Filippo Schicchitano), un ragazzo rozzo e maleducato, più affascinato dagli ambienti poco raccomandabili che dall'istruzione. Quando la madre parte per un missione in Mali, rivela a Bruno che il ragazzo è suo figlio e glielo affida.
Frizzante film d'esordio da regista per Francesco Bruni, sceneggiatore già molto noto e fedele collaboratore di Paolo Virzì. La sua opera prima è tutta giocata sul rapporto padre-figlio tra Bruno e Luca, che si nutre delle personalità agli antipodi dei due personaggi e di uno scontro generazionale che sa arricchirsi di malinconie e profondità insperate, oscillando tra il saggio e il comico, tra la commedia di costume e la riflessione amarognola. Le storie collaterali, come quella che coinvolge una pur brava Barbora Bobulova nei panni di una pornostar o la parte legata alla rappresentazione macchiettistica della malavita, sono invece deboli e poco integrate nel disegno narrativo, oltre a lasciar trapelare una malsana voglia di strafare. Il tono complessivo è valido, peccato per qualche dispersione di troppo e una manciata di ammiccamenti davvero eccessivi, ma di esordi del genere ce ne vorrebbero sempre di più.
Frizzante film d'esordio da regista per Francesco Bruni, sceneggiatore già molto noto e fedele collaboratore di Paolo Virzì. La sua opera prima è tutta giocata sul rapporto padre-figlio tra Bruno e Luca, che si nutre delle personalità agli antipodi dei due personaggi e di uno scontro generazionale che sa arricchirsi di malinconie e profondità insperate, oscillando tra il saggio e il comico, tra la commedia di costume e la riflessione amarognola. Le storie collaterali, come quella che coinvolge una pur brava Barbora Bobulova nei panni di una pornostar o la parte legata alla rappresentazione macchiettistica della malavita, sono invece deboli e poco integrate nel disegno narrativo, oltre a lasciar trapelare una malsana voglia di strafare. Il tono complessivo è valido, peccato per qualche dispersione di troppo e una manciata di ammiccamenti davvero eccessivi, ma di esordi del genere ce ne vorrebbero sempre di più.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare