La sconosciuta
2006
Paesi
Italia, Francia
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Giuseppe Tornatore
Attori
Ksenia Rappoport
Michele Placido
Pierfrancesco Favino
Claudia Gerini
Clara Dossena
Alessandro Haber
Piera Degli Esposti
Margherita Buy
Nella fittizia città veneta di Velacri, Irena (Ksenia Rappoport), giovane ucraina con alle spalle un terribile e doloroso passato, cerca lavoro come donna delle pulizie in uno stabile alto borghese. Entrerà in contatto con i coniugi Adacher (Pierfrancesco Favino e Claudia Gerini) e, in particolare, con la loro problematica figlia Tea (Clara Dossena). Ma lrene è tormentata dallo spietato aguzzino Muffa (Michele Placido), una sua conoscenza del passato che vuole impedire alla ragazza di rifarsi una vita.
Sei anni dopo Malèna (2000), Giuseppe Tornatore parla nuovamente del disagio femminile, in un thriller violento e introspettivo che si impone come un'opera personale e capace di discostarsi dagli schemi abituali del cinema italiano del nuovo millennio. Sulla base di una sceneggiatura che segue diversi piani temporali, evidenziando una notevole abilità del regista nell'uso del flashback (già mostrata in Una pura formalità del 1994), Tornatore si confronta con il cinema di genere dimostrando un solido sguardo autoriale. Dramma cupo e notturno, il cui fascino scaturisce dall'accurata descrizione degli ambienti (i luoghi di segregazione del passato contrapposti al lusso degli interni del presente) e dall'eccellente prova di Kseniya Rappoport e, soprattutto, di Michele Placido, memorabile nei panni dell'orco malvagio. Regia tesa e avvincente, che costringe lo spettatore a una forzata, seppur ben riuscita, apnea: netto, però, il calo con il passare dei minuti, causato in particolare da un copione che si fa via via sempre più fragile. In ogni caso, dal punto di vista visivo e sonoro funziona: fondamentale, in questo senso, il contributo delle luci (Fabio Zamarion) e musiche (Ennio Morricone). Raffinato omaggio a Stanley Kubrick: impossibile non pensare a Eyes Wide Shut (1999) alla vista delle donne nude e mascherate all'inizio della pellicola. Cinque David di Donatello (più altre sette nomination) e quattro Nastri d'argento (più altre tre nomination).
Sei anni dopo Malèna (2000), Giuseppe Tornatore parla nuovamente del disagio femminile, in un thriller violento e introspettivo che si impone come un'opera personale e capace di discostarsi dagli schemi abituali del cinema italiano del nuovo millennio. Sulla base di una sceneggiatura che segue diversi piani temporali, evidenziando una notevole abilità del regista nell'uso del flashback (già mostrata in Una pura formalità del 1994), Tornatore si confronta con il cinema di genere dimostrando un solido sguardo autoriale. Dramma cupo e notturno, il cui fascino scaturisce dall'accurata descrizione degli ambienti (i luoghi di segregazione del passato contrapposti al lusso degli interni del presente) e dall'eccellente prova di Kseniya Rappoport e, soprattutto, di Michele Placido, memorabile nei panni dell'orco malvagio. Regia tesa e avvincente, che costringe lo spettatore a una forzata, seppur ben riuscita, apnea: netto, però, il calo con il passare dei minuti, causato in particolare da un copione che si fa via via sempre più fragile. In ogni caso, dal punto di vista visivo e sonoro funziona: fondamentale, in questo senso, il contributo delle luci (Fabio Zamarion) e musiche (Ennio Morricone). Raffinato omaggio a Stanley Kubrick: impossibile non pensare a Eyes Wide Shut (1999) alla vista delle donne nude e mascherate all'inizio della pellicola. Cinque David di Donatello (più altre sette nomination) e quattro Nastri d'argento (più altre tre nomination).
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