Un ricchissimo magnate malato di cancro (Ben Kingsley) si affida alle cure di un misterioso scienziato (Matthew Goode), che promette di impiantarne l'identità in un corpo sano, creato in laboratorio: a intervento compiuto, però, l'uomo comincia ad avere strane allucinazioni e scopre che il nuovo corpo apparteneva a una persona reale (Ryan Reynolds).
Contorto pasticciaccio fantascientifico-melodrammatico che aspira a costruire riflessioni etiche di un certo livello ma che si perde immediatamente, vittima delle sue molte involuzioni e inutili divagazioni, e che preferisce dare spazio a inseguimenti e sequenze action piuttosto che approfondire i ragionamenti alla base, potenzialmente interessanti, anche se poco originali. I cambi di identità di Reynolds risultano disorientanti e il finale retorico e fastidioso, che si preannuncia ben presto, non fa che affossare ulteriormente il livello già discutibile: non aiuta la pessima performance della protagonista femminile Natalie Martinez, mentre il ritmo squilibrato e discontinuo finisce per stancare presto. Del tutto trascurabile.