Separati ma non troppo
Sous le même toit
2017
Paese
Francia
Genere
Commedia
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Dominique Farrugia
Attori
Gilles Lellouche
Louise Bourgoin
Manu Payet
Marilou Berry
Julien Boisselier
Delphine (Louise Bourgoin) e Yvan (Gilles Lellouche) divorziano. Poiché la situazione economica di Yvan non gli permette di trovare un tetto, si ricorda che, in realtà, è detentore del 20% della casa in cui vive ancora la ex-moglie. Torna, allora, a vivere con Delphine, in quel 20% che gli spetta: sarà in questa situazione particolare (e, a tratti, assurda) che i due ex-coniugi si renderanno conto della bellezza dei piccoli momenti di felicità di questa convivenza forzata...
Sulla falsariga di Un marito a metà, un’altra commedia francese, più o meno coeva, sulle separazioni tragicomiche di una contemporaneità sempre più avara di certezze, portate in scena con brio e con la volontà di far luce su un ménage familiare allo stesso tempo brillante e anticonvenzionale, spassoso e originale. Le premesse positive si fermano però soltanto alle intenzioni, perché il film, campione d’incassi in Francia, non riesce a intavolare una comicità efficace e a segno, nonostante più di un passaggio divertente e un tocco che guarda alle stereotipie e ai tic transalpini coniugandoli con uno sguardo più rutilante da commedia americana. La leggerezza di Separati ma non troppo è perfettamente in linea con le corde di un feel good movie in piena regola, ma tra rapporti a tre, derive circensi e gag stantie fatica a intrattenrre come dovrebbe e al termine della visione non rimane davvero nulla su cui soffermarsi. Funziona Gilles Lellouche, che tiene a galla il film con la sua verve, molto meno il resto dei commedianti, mentre lo spunto sociale è senz’altro misurato a dovere e ritagliato con precisione sul film, ma manca uno scarto ulteriore capace di andare oltre le battute sferzanti, gli scherzi e le vendette coniugali. Si poteva fare meglio, con la materia a disposizione.
Sulla falsariga di Un marito a metà, un’altra commedia francese, più o meno coeva, sulle separazioni tragicomiche di una contemporaneità sempre più avara di certezze, portate in scena con brio e con la volontà di far luce su un ménage familiare allo stesso tempo brillante e anticonvenzionale, spassoso e originale. Le premesse positive si fermano però soltanto alle intenzioni, perché il film, campione d’incassi in Francia, non riesce a intavolare una comicità efficace e a segno, nonostante più di un passaggio divertente e un tocco che guarda alle stereotipie e ai tic transalpini coniugandoli con uno sguardo più rutilante da commedia americana. La leggerezza di Separati ma non troppo è perfettamente in linea con le corde di un feel good movie in piena regola, ma tra rapporti a tre, derive circensi e gag stantie fatica a intrattenrre come dovrebbe e al termine della visione non rimane davvero nulla su cui soffermarsi. Funziona Gilles Lellouche, che tiene a galla il film con la sua verve, molto meno il resto dei commedianti, mentre lo spunto sociale è senz’altro misurato a dovere e ritagliato con precisione sul film, ma manca uno scarto ulteriore capace di andare oltre le battute sferzanti, gli scherzi e le vendette coniugali. Si poteva fare meglio, con la materia a disposizione.
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