Arizona, 1882. Dopo l'omicidio del fratello, ucciso dalla banda Clanton, Wyatt Earp (Henry Fonda) accetta l'incarico di sceriffo a Tombstone. Qui incontra l'inquieto Doc Holliday (Victor Mature), la procace Chihuahua (Linda Darnell) e la raffinata Clementine (Cathy Downs). Con l'aiuto di Doc, affronterà i Clanton in un'epica sfida all'O.K. Corral.
La filmografia sulla più celebre sparatoria del West è lunghissima – pensiamo a Sfida all'O.K. Corral (1957) di John Sturges o ai più recenti Tombstone (1993) di John P. Cosmatos e Wyatt Earp (1994) di Lawrence Kasdan – ma Ford rielabora la vicenda prendendosi molte libertà rispetto ai fatti storici e interessandosi poco all'evento in sé per focalizzarsi maggiormente sui personaggi e regalare loro una allure irresistibilmente romantica. Quella ritratta è un'America virginale come la candida Clementine e pre-civile come la Tombstone che si staglia in mezzo alle rocce della Monument Valley, brutale come la furia animalesca dei Clanton e colorita come i suoi eroi immortali: uno sceriffo timido con le donne e un chirurgo-pistolero che cita Shakespeare. In attesa che si scateni la violenza finale, c'è tutto il tempo per tingere il western di mélo e regalare scambi di battute memorabili (vedi il dialogo tra Henry Fonda e il barman: «Mac, sei mai stato innamorato?», «No, ho fatto il barista tutta la vita»). Racchiuso in una cornice visiva in cui ogni frame è un'opera d'arte, raramente l'epos americano è stato così tanto intriso di lirismo e ironia. Grande prova di Fonda, ma il resto del cast non è da meno.