Showing Up
Showing Up
2022
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Kelly Reichardt
Attori
Michelle Williams
Hong Chau
Judd Hirsch
André Benjamin
Heather Lawless
Amanda Plummer
Lizzy Carr (Michelle Williams), una scultrice al lavoro sull’apertura della sua nuova esibizione, deve provare a bilanciare la sua vita creativa con quella personale, colma di piccoli drammi quotidiani che riguardano amici e parenti.
Dopo l’incursione western attuata con il precedente First Cow (2019), Kelly Reichardt torna a una dimensione a lei più familiare, firmando una pellicola intima e minimalista con cui ritrova le atmosfere e il tatto dei suoi progetti principali. Showing Up è infatti lo spaccato di una particolare fetta della società statunitense, quella popolata dai lavoratori della cultura, che vuole restituire simbolicamente la solitudine e il disagio di una generazione completamente disorientata e priva di punti di riferimento ai quali aggrapparsi. Michelle Williams dà voce e corpo a una protagonista respingente ma al tempo stesso dolcissima, con cui sembra quasi impossibile empatizzare ma che invece, con il passare dei minuti, diventa il centro nevralgico ed emotivo di tutto il progetto. La regista continua a lavorare anche sul rapporto tra essere umani ed animali: dopo la mucca di First Cow e il cane di Wendy e Lucy (film del 2008 sempre interpretato da Michelle Williams), in Showing Up è la volta di un piccione che, ricevendo le cure della protagonista, sarà il simbolo (fin troppo elementare a dire la verità) di una vita covata a lungo e pronta a spiccare il volo verso nuovi orizzonti. Il film impiega un po’ di tempo a ingranare la marcia giusta e lo stile volutamente “dimesso” può essere interpretato come un eccesso di sottrazione, ma una volta che ci si sintonizza con il mood del film, Showing Up svela tutte le sue carte, gettando anche uno sguardo inedito sul mondo dei laboratori d’arte e sull’atto della creazione, ponendosi anni luce di distanza dal cliché che solitamente inquadra gli artisti in un modo glamour e alla moda (impossibile non citare il vernissage finale). Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Dopo l’incursione western attuata con il precedente First Cow (2019), Kelly Reichardt torna a una dimensione a lei più familiare, firmando una pellicola intima e minimalista con cui ritrova le atmosfere e il tatto dei suoi progetti principali. Showing Up è infatti lo spaccato di una particolare fetta della società statunitense, quella popolata dai lavoratori della cultura, che vuole restituire simbolicamente la solitudine e il disagio di una generazione completamente disorientata e priva di punti di riferimento ai quali aggrapparsi. Michelle Williams dà voce e corpo a una protagonista respingente ma al tempo stesso dolcissima, con cui sembra quasi impossibile empatizzare ma che invece, con il passare dei minuti, diventa il centro nevralgico ed emotivo di tutto il progetto. La regista continua a lavorare anche sul rapporto tra essere umani ed animali: dopo la mucca di First Cow e il cane di Wendy e Lucy (film del 2008 sempre interpretato da Michelle Williams), in Showing Up è la volta di un piccione che, ricevendo le cure della protagonista, sarà il simbolo (fin troppo elementare a dire la verità) di una vita covata a lungo e pronta a spiccare il volo verso nuovi orizzonti. Il film impiega un po’ di tempo a ingranare la marcia giusta e lo stile volutamente “dimesso” può essere interpretato come un eccesso di sottrazione, ma una volta che ci si sintonizza con il mood del film, Showing Up svela tutte le sue carte, gettando anche uno sguardo inedito sul mondo dei laboratori d’arte e sull’atto della creazione, ponendosi anni luce di distanza dal cliché che solitamente inquadra gli artisti in un modo glamour e alla moda (impossibile non citare il vernissage finale). Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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