Nostalgico della sua vecchia vita da spaventoso orco, Shrek stringe un patto con il perfido Tremotino: un giorno da malvagio spaventatore in cambio di 24 ore della sua vita da padre e marito. Shrek finirà così in una realtà alternativa in cui non è mai nato e in cui non ha mai conosciuto Fiona.

Il quarto capitolo della saga di Shrek non toglie la fastidiosa sensazione (cominciata con Shrek Terzo nel 2007) di un personaggio spremuto al limite. La prima e più originale parte del film, mostra la vita matrimoniale di Shrek senza alcun riferimento alla cultura pop, completamente concentrata sulla nostalgia e malinconia del protagonista: una novità che non dispiace e spiazza, ma che non dura molto. Dopo pochi minuti, infatti, la pellicola torna a seguire i soliti schemi e le classiche gag dei suoi predecessori. La trama regala qualche spunto (Shrek deve far innamorare, nuovamente, Fiona per non rimanere intrappolato in quel mondo illusorio), ma la resa è troppo altalenante per convincere fino in fondo. Non mancano alcune sequenze degne di nota e la computer grafica è efficacissima: eppure, di fronte a Shrek e vissero felici e contenti, la sensazione preponderante è quella di “già visto” e non soltanto perché si tratta del quarto episodio di una saga iniziata diversi anni prima.