Mentre Frodo (Elijah Wood) e l'amico Sam (Sean Astin) sono in viaggio insieme all'inquietante Gollum (Andy Serkis) per distruggere l'Unico Anello nel fuoco di Mordor, Aragorn (Viggo Mortensen), Legolas (Orlando Bloom) e Gimli (John Rhys-Davies) si alleano con numerosi eserciti per prepararsi alla battaglia conclusiva contro gli Uruk-hai creati da Saruman (Christopher Lee), la cui fortezza, Isengard, è in pericolo a causa dell'armata di Ent comandata da Barbalbero.
Il secondo capitolo della trilogia tratta dalla saga de Il signore degli anelli di John Ronald Reuel Tolkien rappresenta l'anello debole (mai metafora fu più appropriata) della trilogia diretta da Peter Jackson. Sotto il peso della responsabilità di ripetere la perfetta sintesi tra splendore figurativo ed epicità narrativa de La compagnia dell'anello, il regista neozelandese non è riuscito a centrare appieno il bersaglio a causa di una discutibile distribuzione dei ritmi: tanto la prima parte è lenta e attendista, quanto la seconda è movimentata e ambiziosa. Le ambientazioni, le scenografie, i costumi e gli effetti speciali rimangono sublimi, ma ciò che più rimane impresso è il personaggio di Gollum, interpretato con perfezione schizofrenica da Andy Serkis con una spericolata performance possibile grazie alle strabilianti innovazioni nel campo della motion capture e del keyframing. Tra le più imponenti viste sul grande schermo, la lunga battaglia al Fosso di Helm (50 minuti), cromaticamente tendente al blu scuro, riesce a rendere alla perfezione la solenne maestosità dell'opera, cupa e avvincente. Nonostante lo stupore verso la materia sia leggermente smorzato, il film in ogni caso funziona come capitolo centrale per unire il prologo intimista alla conclusione spettacolare. Versione estesa di 223 minuti. Due Oscar (effetti visivi e montaggio sonoro) e altre quattro nomination, tra cui quella per il miglior film.