Caroline (Kate Hudson) viene assunta da Viola (Gena Rowlands) per assistere il marito (John Hurt). L’assenza di specchi, lo strano comportamento della vecchia e il ritrovamento in soffitta di bambole, testi esoterici e foto degli anni Venti mettono in allarme la ragazza che, insieme al giovane avvocato Luke (Peter Sarsgaard), cercherà si risolvere il mistero e la maledizione legati a quella casa.

La città cupa e uggiosa (New Orleans) è uno scenario che, pur conservando una certa suggestione, non assume alcuna originale declinazione e contribuisce ad appiattire una trama che mescola folklore, storia della Louisiana e magia, risultando inadempiente nei temi ma anche nella confezione. La sceneggiatura, pur non esente da lacune, potrebbe essere un’accettabile susseguirsi di misteri, rivelazioni e colpi di scena, ma la nota dolente è rappresentata dai personaggi: nella loro inconsistenza risultano praticamente irrilevanti e gli interpreti, come rigide marionette, non hanno alcuna verve per sostenere l’ambiguità della vicenda che, in fin dei conti, fallisce sul fronte della partecipazione, del contenuto e della forma.