Skeleton of Mrs. Morales
El esqueleto de la señora Morales
1960
Paese
Messico
Generi
Commedia, Poliziesco, Horror
Durata
85 min.
Formato
Colore
Regista
Rogelio A. González
Attori
Arturo de Córdova
Amparo Rivelles
Elda Peralta
Guillermo Orea
Rosenda Monteros
Pablo Morales (Arturo de Córdova), tassidermista, è sposato da 15 anni con Gloria (Amparo Rivelles), ma è un matrimonio tutt'altro che felice: per questo motivo l'uomo decide di risolvere la situazione uccidendo sua moglie.
Commedia nerissima, che fin dai titoli di testa ci abitua a una scenografia inquietante e morbosa. Lo spettatore è portato a prendere il punto di vista del marito e vedere quindi la casa dei Morales come un luogo asfissiante per via della moglie dispotica. Lei rappresenta la società conformista messicana: religiosa ma ipocrita, è disposta alle più sordide menzogne per tenere a bada il marito. Lui, invece, preferisce la compagnia di cani e bambini e mal tollera certe istituzioni sociali. Una sorta di “divorzio alla messicana”, dove però la parte macabra e tensiva funziona di più di quella comica, che non sempre è incisiva come avrebbe potuto. Fanno eccezione il discorso sul crimine perfetto al bar, tra i fumi dell’alcol, e il riuscito finale, dove l’ordine costituito si ristabilisce e le colpe vengono pagate senza sconti. Ben scritto il protagonista maschile: è facile empatizzare con le sue (poche) luci e (tante) ombre e viene quasi voglia di tifare per lui e per il suo crimine. Un po’ troppo monodirezionale, invece, la caratterizzazione del personaggio della moglie. Tratto da una storia di Arthur Machen e sceneggiato da Luis Alcoriza, storico collaboratore di Buñuel durante il suo periodo messicano.
Commedia nerissima, che fin dai titoli di testa ci abitua a una scenografia inquietante e morbosa. Lo spettatore è portato a prendere il punto di vista del marito e vedere quindi la casa dei Morales come un luogo asfissiante per via della moglie dispotica. Lei rappresenta la società conformista messicana: religiosa ma ipocrita, è disposta alle più sordide menzogne per tenere a bada il marito. Lui, invece, preferisce la compagnia di cani e bambini e mal tollera certe istituzioni sociali. Una sorta di “divorzio alla messicana”, dove però la parte macabra e tensiva funziona di più di quella comica, che non sempre è incisiva come avrebbe potuto. Fanno eccezione il discorso sul crimine perfetto al bar, tra i fumi dell’alcol, e il riuscito finale, dove l’ordine costituito si ristabilisce e le colpe vengono pagate senza sconti. Ben scritto il protagonista maschile: è facile empatizzare con le sue (poche) luci e (tante) ombre e viene quasi voglia di tifare per lui e per il suo crimine. Un po’ troppo monodirezionale, invece, la caratterizzazione del personaggio della moglie. Tratto da una storia di Arthur Machen e sceneggiato da Luis Alcoriza, storico collaboratore di Buñuel durante il suo periodo messicano.
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