Smokin' Aces
Smokin' Aces
2006
Paesi
Gran Bretagna, Francia, Usa
Generi
Azione, Thriller, Gangster
Durata
109 min.
Formato
Colore
Regista
Joe Carnahan
Attori
Ben Affleck
Ray Liotta
Ryan Reynolds
Jeremy Piven
Joseph Ruskin
Alex Rocco
Peter Berg
Andy Garcia
Martin Henderson
Mike Falkow
Buddy "Aces" Israel (Jeremy Piven), costretto a deporre contro dei vecchi amici malavitosi, attende in un lussuoso hotel di essere inserito nel programma di protezione testimoni. Nelle quarantotto ore che lo vedono scortato dall'F.B.I., dovrà fare molta attenzione, soprattutto dopo che una taglia di un milione di dollari è stata messa sulla sua testa da Cosa Nostra.
Incoerente e compiaciuto pasticcio diretto da Joe Carnahan il quale, spogliato completamente di quello stile ipertrofico e pragmatico che ne aveva lanciato la carriera con Narc – Analisi di un delitto (2002), compone un mosaico di scene poco plausibili, attuando un tentativo di connubio tra un Quentin Tarantino e un Guy Ritchie; peccato che il risultato sia un prodotto più che pretenzioso, non possedendo il perfetto mix di diversità etnica e sociale del primo, né la brillantezza dei dialoghi del secondo, che da soli servivano a costruire il mondo di ogni personaggio. A poco servono, quindi, gli omaggi visivi e musicali (con tanto di Ennio Morricone) verso due autori che a loro volta non citano, ma rubano trasformando il loro atto di appropriazione in arte. Quello che rimane sono delle notevoli interpretazioni di un cast costantemente sopra le righe, ma la cui base è troppo fragile per reggere l'intera costruzione narrativa. Musiche di Clint Mansell.
Incoerente e compiaciuto pasticcio diretto da Joe Carnahan il quale, spogliato completamente di quello stile ipertrofico e pragmatico che ne aveva lanciato la carriera con Narc – Analisi di un delitto (2002), compone un mosaico di scene poco plausibili, attuando un tentativo di connubio tra un Quentin Tarantino e un Guy Ritchie; peccato che il risultato sia un prodotto più che pretenzioso, non possedendo il perfetto mix di diversità etnica e sociale del primo, né la brillantezza dei dialoghi del secondo, che da soli servivano a costruire il mondo di ogni personaggio. A poco servono, quindi, gli omaggi visivi e musicali (con tanto di Ennio Morricone) verso due autori che a loro volta non citano, ma rubano trasformando il loro atto di appropriazione in arte. Quello che rimane sono delle notevoli interpretazioni di un cast costantemente sopra le righe, ma la cui base è troppo fragile per reggere l'intera costruzione narrativa. Musiche di Clint Mansell.
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