Un quarto di tutti gli incarichi delle forze armate americane è precluso alle donne: per questo motivo la senatrice DeHaven (Anne Bancroft) decide di sponsorizzare l'inserimento di una donna soldato nel durissimo programma di formazione dei SEAL della Marina. La scelta ricade sul tenente Jordan O'Neill (Demi Moore) che dovrà affrontare un massacrante addestramento e fronteggiare un sadico e feroce capo istruttore (Viggo Mortensen). Nonostante le difficoltà, O'Neill riuscirà a sconfiggere dubbi e pregiudizi e verrà spedita in missione di combattimento.
Nato come un tentativo di rivendicare la parità di genere anche in ambito militare, il film è in realtà un grossolano, e nemmeno troppo inconsapevole, prodotto di propaganda a favore delle forze armate. Il sadismo, il cameratismo becero, le prevaricazioni, la violenza e perfino i capelli rasati a zero diventano parte integrante del modo d'essere di Jordan che, invece che combattere i soprusi e rivendicare la propria dignità, li accetta quali inevitabili step del suo processo di maturazione come soldato e come essere umano. L'elemento apparentemente più debole, quindi, viene assimilato e fagocitato da un elemento più forte in nome di una omologazione alquanto discutibile. Come se non bastasse, Scott filma il tutto accentuando all'inverosimile il suo stile eccessivo e patinato, mettendo in scena un war-movie ripetitivo, noioso e urlato. E non aiuta certo una sceneggiatura che spesso e volentieri rasenta il ridicolo, in un crescendo machista e ostentatamente maschilista.