Katie (Bella Thorne) è un’adolescente affetta da una rara e pericolosa sensibilità alla luce solare e, poiché rinchiusa in casa durante il giorno, è solita uscire al calar del sole per suonare la chitarra sulla banchina della stazione. Una sera conosce il ragazzo (Patrick Schwarzenegger) che ogni giorno vede passare sotto la sua finestra…

Collocabile nel sempre più popolare (e manipolativo) genere della sick romance movie, il film è la trasposizione di un’omonima pellicola giapponese qui americanizzata per propinare agli adolescenti la storia di un giovane amore avversato da difficoltà inaggirabili che contribuisce alla crescita e alla maturazione dei due protagonisti. Purtroppo, anche se la Thorne, che avrebbe tutte le carte in regola per incarnare un personaggio portatore della complessa contraddizione giovinezza-malattia, e il figlio di Arnold Schwarzenegger (qui protagonista per la prima volta) appaiono solari e volenterosi, a non funzionare è proprio il loro rapporto: le dinamiche tra Katie e Charlie sono ai limiti del credibile e il risultato, pur centrando l’obiettivo dal punto di vista emozionale (complici le musiche di Nate Walcott), lascia molto a desiderare dal punto di vista rappresentativo. Non è un caso, infatti, che il film sia stato oggetto di polemiche circa la rappresentazione edulcorata (se non falsa) delle reali condizioni in cui versano i pazienti affetti dallo xeroderma pigmentosum. Insomma, il sentimentalismo è alle stelle, le lacrime sono garantite ma non si va oltre la superficie di una passeggera e trascurabile commozione.