In preparazione de Il vangelo secondo Matteo (1964), Pier Paolo Pasolini si reca in Palestina per osservare i reali luoghi della passione di Cristo.
Accompagnando don Andrea Carraro, uomo di chiesa, il laico Pasolini osserva la Palestina degli anni ‘60, alla ricerca dei segni del sacro sul paesaggio che ospitò la predicazione di Cristo. Rimane deluso, trovandosi di fronte a un mondo misero, non troppo diverso dall'Occidente (sprazzi di consumismo, sotto-proletariato), che non porta tracce del Cristianesimo arcaico e austero che si era immaginato per il film. Poetico e delicato documentario di Pasolini su se stesso, imperdibile per i fan dello scrittore friulano, non imprescindibile per qualsiasi altra categoria di spettatore, è, in ogni caso, un'ulteriore testimonianza della continua auto-analisi critica che caratterizzò tutta la carriera dell'artista e intellettuale.