Messico, 1938. L'ex console inglese Geoffrey Firmin (Albert Finney) si dà all'alcool per dimenticare la ex moglie Yvonne (Jacqueline Bisset). Lei torna all'improvviso per ricominciare una nuova vita insieme, ma l'equilibrio esistenziale di lui è irrimediabilmente compromesso. Con loro c'è anche Hugh (Anthony Andrews), fratellastro di Geoffrey ed ex amante di Yvonne. Per adattare il romanzo cult di Malcolm Lowry, pubblicato nel 1947, Huston torna a girare in Messico dopo Il tesoro della Sierra Madre (1948) e La notte dell'iguana (1964). Ad adattare la complessa materia letteraria di partenza è chiamato Guy Gallo, mentre l'anziano regista, alla sua terz'ultima pellicola, adotta uno stile sobrio per raccontare l'inesorabile e amarissima discesa agli inferi del suo antieroe autolesionista. Il risultato è un'opera non disprezzabile ma affaticata, priva di veri guizzi creativi. Finney (nominato all'Oscar, così come le musiche di Alex North) è molto bravo ma tende a gigioneggiare. Eccellente in ogni caso il lavoro di Gabriel Figueroa (classe 1907), straordinario direttore della fotografia messicano, maestro nelle riprese degli esterni naturali. Presentato in concorso al 37º Festival di Cannes.